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Riforma delle Forze Armate. Il sì della Camera, ora si passa al Senato

Passata alla Camera la proposta di legge voluta dalla Commissione Difesa che prevede la revisione del modello delle Forze armate interamente professionali, nonché la proroga al 2033 (e non più al 2024) del termine per la riduzione delle dotazioni organiche complessive a 150mila unità, e la delega al governo per la revisione dello strumento militare nazionale. “Un risultato”, ha detto Guerini “di significativo rilievo tecnico e politico”

La guerra in Ucraina ha messo l’occidente di fronte a una nuova sfida per lo strumento militare. Non ci si vuole più far trovare impreparati e insieme al dibattito europeo sull’aumento dei budget destinati alla Difesa, vi sono sul tavolo anche riforme e proposte per modernizzare le Forze armate affinché rispondano ancor più efficacemente alle esigenze contemporanee della collettività. Esse sono chiamate via via a svolgere compiti sempre più diversi che si aggiungono a quelli più tradizionali, dal contrasto alle pandemie alle nuove minacce ibride alla sicurezza, che raggiungono anche lo spazio.

È in questo clima di fermento che nel nostro Paese, grazie al lavoro della Commissione Difesa, è stato approvato alla Camera il disegno di legge che prevede la revisione del modello delle Forze armate interamente professionali, nonché la proroga al 2033 (e non più al 2024) del termine per la riduzione delle dotazioni organiche complessive a 150mila unità, e la delega al governo per la revisione dello strumento militare nazionale. L’approvazione del testo, che ora passerà al Senato, è stato accolto con soddisfazione dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini.

Le parole di Guerini

“Un risultato”, ha commentato il ministro della Difesa, “di significativo rilievo tecnico e politico, ottenuto grazie all’impegno unanime di tutti i gruppi parlamentari e del governo”. Un passo in avanti per rendere sempre più attrattivo il percorso militare ai giovani, in modo da consentire il reclutamento di “personale più giovane destinato alle attività operative, con migliori prospettive di carriera e di trattamento economico, introducendo la necessaria gradualità nel conseguimento degli obiettivi di riduzione fissati dalla legge 244 del 2012″.

Non solo, il provvedimento ha un “altro aspetto sicuramente positivo” secondo Guerini che riguarda “l’inserimento di una delega al governo per la revisione dello strumento militare che, tra l’altro, potrà permettere, in linea con l’evolversi del quadro geopolitico internazionale, l’incremento delle dotazioni organiche complessive fino a un massimo di 10.000 unità di personale militare altamente specializzato nei settori tecnico-logistici e sanitario”. In ultimo, il testo “prevede anche l’istituzione di una riserva ausiliaria dello Stato e la riforma della sanità militare, introducendo, infine, la possibilità di intervenire con misure di flessibilità nelle dotazioni delle singole Forze armate in relazione alle esigenze operative di un moderno strumento militare”.

La riforma

La riforma riguarderà appunto il reclutamento iniziale nelle Forze armate dei volontari e la rideterminazione delle dotazioni organiche, stabilite dalla legge n.244 del 2012, in riferimento all’Esercito, alla Marina (escluso il Corpo delle capitanerie di porto) e all’Aeronautica. Il nuovo provvedimento consentirà inoltre di ristabilire il periodo di ferma per l’accesso al servizio permanente, dagli attuali 11 anni a 6 anni, e di ridurre i limiti di età per l’ingresso alle carriere iniziali. La proposta di legge, ha spiegato il presidente della commissione Difesa, Gianluca Rizzo, proseguirà in queste direzioni e intende “da un lato rendere più rispondente il Modello di Difesa rispetto alle nuove esigenze della Nazione e dall’altro avvicinare le necessità di arruolamento di Marina, Esercito e Aeronautica a quelle dei giovani desiderosi di servire la Patria e contestualmente di avere un impiego sicuro”.

La legge n.244 del 2012

La legge, recante la “delega al governo per la revisione dello strumento militare nazionale e norme sulla medesima materia”, si colloca nell’ampio quadro di riforme per il comparto della Difesa che il Parlamento italiano ha già approvato negli ultimi decenni, che vanno dalla professionalizzazione delle Forze armate all’introduzione del servizio militare femminile, fino alla ristrutturazione dei vertici militari. Concretamente gli interventi contenuti nella legge n.244 miravano in particolare a contrarre del 30% le strutture operative, logistiche, formative, territoriali e periferiche della Difesa; ridurre entro il 2024 il personale militare delle tre Forze armate a 150mila unità; ridurre entro il 2024 le dotazioni organiche del personale civile della Difesa a 20mila unità; e riequilibrare il Bilancio delle risorse per la “Funzione difesa” ripartendolo al 50% per il settore del personale, 25% per l’esercizio e 25% per l’investimento.

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