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Mosca espelle 36 diplomatici belgi e olandesi. A breve toccherà agli italiani

Continua la risposta ai Paesi europei ed è simmetrica. Attesa per la reazione alla mossa di Roma, che aveva dichiarato “persona non grata” 30 membri della rappresentanza russa. Sarà “adeguata”: staff ridosso all’osso?

Con 21 diplomatici belgi e 15 olandesi dal Paese dichiarati persona non grata ed espulsi dal Paese, il ministero degli Esteri russo ha continuato oggi la risposta alle decisioni dei governi europei che nelle scorse settimane avevano portato all’espulsione di oltre 300 membri del personale delle ambasciate di Mosca nel Vecchio continente.

Nei giorni scorsi Mosca aveva annunciato le espulsioni di 20 diplomatici della Repubblica Ceca (che ne aveva espulsi 18 russi) e di dieci bulgari (lo stesso numero ne aveva espulsi Sofia in precedenza). A questi si aggiungono i 18 nella delegazione dell’Unione europea, espulsi in rappresaglia per i 19 della rappresentanza russa presso l’Unione europea.

Con Belgio e Paesi Bassi, la Russia ha deciso di utilizzare lo stesso principio della simmetria, o quasi. Infatti, Bruxelles ne aveva espulsi 21, mentre L’Aia 17. I 21 belgi e ai 15 olandesi espulsi hanno due settimane da oggi per lasciare la Russia. In pratica, Mosca ha lasciato il minimo indispensabile di funzionari per non chiudere le ambasciate.

Inoltre, l’ambasciatore del Lussemburgo in Russia è stato convocato al ministero degli Esteri in seguito all’espulsione di un diplomatico russo dal Granducato un paio di settimane fa. Un membro dello staff diplomatico lussemburghese è stato dichiarato persona non grata ma non è stato ancora espulso.

Come già raccontato su Formiche.net, le decisioni dei Paesi europei hanno seguito gli orrori di Bucha ma hanno soprattutto a che fare, oltre che con la volontà di mandare un segnale forte e compatto al leader Vladimir Putin, con le attività degli ufficiali dell’intelligence russa che sotto l’immunità diplomatica operano nei Paesi europei per, per esempio, seminare il caos alimentando la disinformazione o reclutare agenti – basti pensare al caso dell’ufficiale della Marina italiana Walter Biot, accusato di aver passato documenti segreti a Mosca.

La reazione russa, comunque, era attesa. Da anni ormai Mosca risponde a ogni espulsione con altre espulsioni, anche se non sempre in maniera simmetrica: non farlo in questo caso, viste sia la pratica ormai consolidata sia l’importanza dell’Ucraina, sarebbe stato un segno di debolezza.

Per questo, a Roma c’è attesa di conoscere l’entità della “risposta adeguata” che Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, aveva annunciato due settimane fa dopo l’espulsione di 30 diplomatici russi dall’Italia comunicata dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio a poca distanza da una simile decisione assunta da Francia e Germania. La diplomazia italiana si sta preparando a ogni scenario, anche a quello di una risposta simmetrica che ridurrebbe all’osso la presenza in Russia.

(Nella foto: Maria Zakharova, © ministero degli Esteri russo)



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