Il disarmo nucleare pone questioni etiche aperte da decenni. Adesso ci sarà un “redde rationem” per la pace, il lavoro, l’economia sostenibile? L’intervento di Antonino Giannone, professore Leadership and Ethics e membro del Comitato per una Civiltà dell’Amore
Il Disarmo Nucleare: “Opportunità di Pace e Lavoro per l’Europa e per il Mondo” è il convegno che si terrà a Bruxelles in presenza, ma anche in diretta streaming il 31 maggio.
L’evento è promosso dal Comitato per una Civiltà dell’Amore il cui presidente è l’ing. Giuseppe Rotunno, che è anche membro del comitato scientifico della Fondazione Democrazia Cristiana/Fiorentino Sullo che ho la responsabilità di presiedere.
Il Comitato per una Civiltà dell’Amore, da numerosi anni ha intrapreso iniziative di dibattito e confronto culturale e politico con numerose associazioni che, sulla base di un volontariato instancabile, sono impegnate in progetti per il disarmo nucleare, in programmi di servizio in numerosi Paesi che versano in gravissime difficoltà di povertà e penuria alimentare, a causa delle guerre scatenate nei loro territori.
Noi cittadini dell’Europa abbiamo goduto di 70 anni di Pace, ma dal 24 Febbraio abbiamo la guerra in Ucraina a poche centinaia di chilometri dall’Italia e ai confini con la Polonia, dove in tre mesi si sono rifugiati quasi tre milioni di profughi ucraini…
Oggi, 2022, tutti sentiamo il bisogno della pace, prerequisito essenziale per ogni forma di possibile sviluppo futuro.
Putin, presidente della Russia, ha fatto segnare un passo indietro di oltre 50 anni a tutta la vecchia Europa, che aveva invece innestato un processo di rinnovamento delle sue strutture e dei suoi modelli organizzativi all’insegna della solidarietà, l’abbattimento di numerose barriere, pur tra le tante contraddizioni e criticità della società della globalizzazione che ora sarà costretta a modificare fortemente i percorsi fin qui seguiti.
Per una nuova e vera Civiltà dell’Amore perché i popoli non possono riuscire a convincere le grandi potenze nucleari di svuotare gli arsenali delle bombe atomiche e di destinare gratuitamente la loro energia per lo sviluppo dei Paesi più poveri e mal nutriti del mondo?
Perché nel mondo i Paesi si devono considerare più influenti e decisivi in base al loro armamento nucleare?
Perché le tecnologie del nucleare, delle nanotecnologie, dell’intelligenza artificiale, non dovrebbero essere utilizzate per realizzare nuovi grandi progressi nelle scienze mediche, agroalimentari, nella sicurezza?
Perché il nucleare deve avere un orientamento prevalente per imbastire nuovi ordigni di distruzione per guerre e nuove occupazioni militari?
È ovvio che i grandi e potenti interessi finanziari delle multinazionali si opporranno sempre a un siffatto progetto (www.nuclearforpeace.org). L’ultimo Rapporto Oxfam.
Ma chiediamoci allora:
– è l’economia per l’uomo oppure è l’uomo per l’economia?
– è e’ l’informazione per l’uomo oppure è l’uomo?
– è la sanità per l’uomo oppure è l’uomo per la sanità?
Quindi è la pace per l’uomo oppure è l’uomo per la pace?
Ci chiediamo se questo importantissimo e ambizioso obiettivo di pace per il bene dell’umanità potrà essere alla portata delle più giovani generazioni: Zeta (nati dal 1995) e Alfa (nati dal 2010), senza distinzioni di culture, etnie, e religioni?
Perché ai giovani a scuola nulla o pochissimo (eufemismo) viene insegnato in termini di educazione civica?
Perché non viene offerta nelle Università, tranne poche eccezioni, un’alta formazione di etica e leadership per le nuove classi dirigenti?
E perché questo obiettivo dovrebbe restare una pura illusione dell’uomo che vorrebbe vivere il suo viaggio terreno nella pace e non tra gli orrori e le miserie della guerra?
“Noi cristiani con tutta la società civile dobbiamo impegnarci perché si imbocchi decisamente questa strada: evitare che la pace si basi sulla minaccia delle armi nucleari e di ritrovarci nuovamente davanti a questo bivio nel prossimo futuro”.
Ecco perché Civiltà dell’Amore, ritiene che sia fondamentale che l’Unione Europea si faccia promotrice di una Conferenza di Pace con l’istituzione di un Tavolo permanente di Dialogo per il disarmo, innanzitutto atomico, con la partecipazione piena dei Paesi in via di sviluppo, per prevenire l’escalation nucleare e indurre tutte le nazioni al disarmo e alla conversione delle armi nucleari in progetti di pace, riprendendo così il successo del Piano Usa-Russia “Megatons to Megawatts” che ha convertito 20.000 atomiche in energia di pace.
L’Europa, con la tragica guerra in Ucraina, a seguito dell’invasione delle forze armate della Russia di Putin, sta avviandosi verso un bivio decisivo per il suo futuro e per quello di tutta l’umanità: un’insicurezza crescente fino all’apocalisse nucleare oppure un futuro di pace e di lavoro per tutti, possibilmente anche migliore di come abbiamo vissuto per oltre 70 anni.
Quindi anche a nome dei membri esperti, in 22 aree tematiche, del Comitato Scientifico della Fondazione Democrazia Cristiana/Fiorentino Sullo, auspico l’avvio positivo di una Conferenza aperta e continuativa di Pace per l’umanità che riesca a realizzare un costante dialogo diplomatico che faciliti l’attuazione del Trattato di Non Proliferazione Nucleare (in particolare dell’Articolo VI sull’impegno al disarmo nucleare) e del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari.
La proposta che il Comitato per una Civiltà dell’Amore promuove si inserisce perfettamente nel quadro di un negoziato internazionale auspicato sia dai leader delle cinque potenze nucleari nel Joint Statement del 3 gennaio u.s., sia nella Risoluzione del Consiglio d’Europa del 15 novembre 2021.
Poiché la nostra Europa ha un’anima cristiana – quella dei suoi tre fondatori, Adenauer-De Gasperi-Schuman, libertà, uguaglianza e fraternità – vissuta in spirito interreligioso nel nostro mondo ormai globale, il Comitato per una Civiltà dell’Amore ha proposto Assisi, Città di Pace e di San Francesco, patrono dell’ecologia integrale, come la sede propizia che potrebbe ospitare e sostenere la Conferenza di Pace.