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Pandemia, guerra e caro energia. Il ruolo della finanza agevolata per le Pmi

Di Roberta Bollettini

Viviamo un momento complesso ma denso di occasioni, grazie al forte intervento pubblico. Saperle sfruttare al meglio può fare la differenza, proprio per questo il ruolo di chi si occupa di finanza agevolata assume una valenza strategica per il rilancio dell’economia italiana. L’intervento di Roberta Bollettini, chief operations officer di Golden Group, primo player indipendente di finanza agevolata in Italia

Il conflitto in corso nell’Est Europa ha spinto l’industria italiana, colpita già duramente dalla crisi pandemica, ad affrontare ulteriori difficoltà a causa del drastico aumento dei prezzi e della complessa situazione internazionale. Per le aziende che sono esposte fortemente sui mercati di Russia, Ucraina o Bielorussia, il rischio di un contraccolpo sulla stabilità economica è alto.

Una recente analisi del Centro Studi di Confindustria, che fa il punto sugli effetti della guerra sull’economia nazionale, prevede che per i prossimi anni i costi energetici, lievitati dopo l’inizio del conflitto, rimarranno agli attuali livelli, con conseguenze molto negative sulle aziende. Questa situazione potrebbe modificarsi solamente all’inizio del prossimo anno, ma i costi sarebbero comunque lontani dai prezzi del periodo precedente alla crisi internazionale. I settori più energivori dell’economia italiana, come l’industria chimica e quella metallurgica, saranno quindi direttamente colpiti dal rincaro dei costi, cui si aggiungeranno le sanzioni imposte alla Russia.

In questo quadro è importante garantire alle aziende la possibilità di far fronte alle difficoltà economiche. Rispetto all’attuale crisi, il governo italiano ha varato il “Decreto Ucraina”, che stanzierà 12 miliardi di euro per interventi mirati a sostegno delle imprese. Queste risorse permetteranno innanzitutto alle aziende di beneficiare dei nuovi crediti d’imposta per la spesa energetica. Inoltre, per le piccole e medie imprese è stato predisposto un fondo da 200 milioni di euro che consentirà di fornire loro aiuti sotto forma di contributi a fondo perduto.

Davanti a queste opportunità spesso le imprese, soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni fanno fatica ad accedere ai finanziamenti stanziati dal settore pubblico. Per fronteggiare questa difficoltà sta crescendo in Italia il ricorso alla consulenza nell’ambito della finanza agevolata, che consente alle aziende di orientarsi per accedere agli strumenti finanziari previsti dalle istituzioni per supportarle.

Oltre a far fronte al caro energia e alla guerra in Ucraina, le istituzioni sostengono il mondo imprenditoriale in diversi ambiti. Nell’era post-pandemica gli investimenti pubblici si sono orientati verso due settori strategici per la ripresa: da un lato la transizione digitale delle imprese, dall’altro l’adozione di modelli sostenibili che rendano possibile il passaggio a un’economia più verde.

I fondi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per l’innovazione digitale – oltre 40 miliardi di euro – consentono l’accesso a crediti d’imposta per l’acquisto di nuovi materiali, oltre che incentivi alla formazione aziendale.

Nell’ambito della rivoluzione verde sono previsti invece quasi 60 miliardi di euro e gli aiuti sono rivolti alle imprese che adottano soluzioni sostenibili e innovative e ai settori particolarmente strategici per l’economia italiana, come l’agricoltura e la mobilità elettrica.

Anticipare il cambiamento, adeguare i prodotti alle evoluzioni del mercato e adattarsi agli standard tecnologici nazionali e sovranazionali sono scelte chiave per le aziende italiane che vogliono agganciare le trasformazioni in corso e coglierne le opportunità. Viviamo un momento complesso ma denso di occasioni, grazie al forte intervento pubblico. Saperle sfruttare al meglio può fare la differenza, proprio per questo il ruolo di chi si occupa di finanza agevolata assume una valenza strategica per il rilancio dell’economia italiana.

 

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