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Perché Israele si fa un Cyber Iron Dome

Proteggere le reti collaborando con il settore privato. Il governo alza le barriere davanti all’aumento degli attacchi informatici, soprattutto dall’Iran. E anche gli Emirati…

“Stiamo cercando di mettere il giusto standard sulle aziende di comunicazione per proteggere Israele e creare una sorta di ‘Iron Dome’ per i cyber-attacchi”. L’annuncio è del ministro delle Comunicazioni israeliano Yoaz Hendel, che nel corso di una conferenza stampa ha parlato di “migliaia” attacchi informatici contro il Paese “ogni anno”.

“Le reti di comunicazione sono un obiettivo attraente per gli attacchi informatici da parte di elementi ostili”, ha detto Hendel. Secondo la società di sicurezza informatica Check Point, nei primi tre mesi del 2022 c’è stato un balzo annuale del 137% nella media degli attacchi settimanali alle aziende israeliane, a quasi 1.500 a settimana. Gaby Portnoy, il nuovo zar dell’Israel National Cyber Directorate, ha spiegato che nell’ultimo mes, Israele ha visto un forte aumento degli attacchi che cercano di colpire i siti web e ha puntato il dito contro l’Iran.

Secondo le nuove regole implementate dall’Israel National Cyber Directorate, le aziende devono presentare piani per proteggere le reti di comunicazione utilizzando una combinazione di meccanismi di monitoraggio e di controllo che permettano di stabilire un quadro aggiornato della protezione cibernetica garantendo la privacy. “Questa collaborazione porterà le capacità di sicurezza del Paese al livello successivo e fornirà una sorta di sistema Iron Dome per un ulteriore livello di protezione che copre l’intero paese”, ha detto Portnoy.

Ma non c’è soltanto Israele nel Medio Oriente ad avere bisogno di un Cyber Iron Dome davanti alle sfide portate in primo luogo dall’Iran. Anche gli altri Paesi devono correre ai ripari, sostiene il giornale emiratino The National, posseduto dal vicepremier Mansour bin Zayed Al Nahyan, a capo anche di Abu Dhabi United Group che controlla, tra le varie cose, anche la società di calcio Manchester City. “Il Medio Oriente è la regione in più rapida crescita al mondo per quanto riguarda l’adozione di internet, con oltre il 98% della popolazione del Consiglio di cooperazione del Golfo (che riunisce Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait Kuwait, Oman e Qatar, ndr) già connessa”, sottolinea un editoriale della testata degli Emirati Arabi Uniti, Paese che da quasi due anni ha aperto le relazioni diplomatiche con Israele grazie agli Accordi di Abramo. “Proteggere il panorama informatico e garantire che non ci sia un compromesso tra corsa all’innovazione e sicurezza nazionale”, conclude il giornale spingendo sulla collaborazione tra Stati, “dipenderà dai Paesi che lavorano insieme, oltre a rafforzare le loro difese interne”.

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