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Putin ha detto anche troppo. E c’è da preoccuparsi

Vladimir Putin internet sovrano

Alla parata del 9 maggio Vladimir Putin ha parlato poco, ma quanto basta per capire che la guerra continuerà e di tregua non c’è neanche l’ombra. Dai riferimenti storici alla sfida contro l’Occidente, i messaggi tra le righe. Il commento del professore Giovanni Savino, visiting professor all’Università di Parma

Il discorso di Vladimir Putin per la parata del 9 maggio è stato al centro dell’attenzione a livello globale, perché si attendeva l’annuncio della mobilitazione generale. Non è accaduto, e non è la prima volta che il presidente russo utilizza questo tipo di suspense a proprio favore, ma il discorso non è stato meno privo di significato.

Il tono, innanzitutto: il Putin del 9 maggio è lo stesso del 21 e del 24 febbraio, per scelta di termini, per accenti e per espressioni. Nel breve messaggio davanti ai ranghi serrati nella Piazza Rossa, si rivendica la giustezza dell’operazione speciale, collegandola ad altri momenti della storia russa.

Il presidente ha citato Minin e Pozharsky, che cacciarono i polacchi dal Cremlino nel 1612, la battaglia di Borodino contro Napoleone, i numerosi sanguinosi episodi della Grande guerra patriottica (la Seconda guerra mondiale per i russi) combattuti sul territorio sovietico.

L’accostamento ai separatisti del Donbass e ai soldati russi in Ucraina è tracciato con grande nettezza, le truppe di oggi son messe sullo stesso piano dei guerrieri di Vladimiro il Grande e di Svjatoslav ai tempi della Rus’ kieviana, alle schiere del principe Potiomkin e ai fanti di Suvorov e del generale Alexey Brusilov, protagonista della Prima guerra mondiale, fino ad arrivare a Nikolaj Vatutin, Sidor Kovpak e Lyudmila Pavlychenko (gli ultimi due ucraini), che durante la Seconda guerra mondiale combatterono contro le forze dell’Asse sul territorio ucraino.

Vi è spazio per un breve “omaggio” ai combattenti delle forze alleate e partigiane in Europa, con un aneddoto sulla proibizione da parte della Casa Bianca di un viaggio di una delegazione dei veterani americani per prendere parte alla parata di Mosca.

Il risentimento verso l’Occidente, presentato come un unico insieme dominato dagli Stati Uniti d’America, è l’altro momento fondamentale del discorso di Putin. Il presidente ha di nuovo ricordato il rifiuto di Nato e Washington di dar una risposta alle richieste presentate da Mosca a fine 2021, dichiarando come gli Stati Uniti dal 1991 si siano impegnati in una politica d’umiliazione continua verso il mondo (e verso la Russia, anche se Putin non lo ha detto esplicitamente). L’Occidente è visto in preda al degrado morale, mentre la nazione russa, nel discorso del presidente, resta a difesa delle tradizioni millenarie.

La guerra continua, anche se chiamata operazione speciale. Quando e come verrà dichiarata una mobilitazione più larga, ad ora, non vi sono indizi, ma si può affermare come Putin fermo sulle proprie coordinate politico-ideologiche, in una visione del conflitto come parte della missione storica di ristabilire la grandezza della Russia umiliata.


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