La strategia di Putin per sostenere il rublo potrebbe aver funzionato. La valuta russa è tornata sui binari. Ma è davvero un bene per il Cremlino? E quanto può durare? Il commento di Filippo Merli
Il rublo è tornato. Alla fine di febbraio, poco dopo l’inizio dell’operazione speciale di Vladimir Putin in Ucraina, la valuta russa era crollata, perdendo sino al 30% del suo valore rispetto al dollaro americano. Il declino del rublo, in particolare, era stato causato dalle sanzioni economiche imposte a Mosca dai Paesi occidentali. Putin però ha fatto di tutto per salvare la moneta nazionale. E secondo un’analisi di Gzero Media pare esserci riuscito.
In primo luogo, la Banca centrale della Federazione russa ha raddoppiato i tassi d’interesse e ha imposto severi controlli sui capitali per impedire al contante di lasciare il Paese. Il Cremlino, inoltre, ha costretto le società a scambiare la maggior parte delle loro entrate in valuta estera con rubli, creando una domanda artificiale per la valuta russa.
Putin, successivamente, ha chiesto a tutti i Paesi ostili – vale a dire quelli che hanno imposto veti finanziari alla Russia – di pagare in rubli il petrolio e il gas naturale proveniente da Mosca. Sebbene la maggior parte dei governi europei abbia rifiutato, molte società private nell’Ue hanno deciso di adeguarsi piuttosto che rischiare interruzioni delle loro forniture energetiche.
Le importazioni, a tal proposito, sono crollate a causa delle sanzioni, il che significa che meno rubli inseguono le merci straniere. Di conseguenza il valore di ogni singolo rublo è aumentato. E i prezzi dell’energia hanno raggiunto i massimi pluriennali. Nei primi quattro mesi del 2022, la Russia ha registrato il più alto avanzo delle partite correnti – la differenza tra esportazioni e importazioni – dal 1994.
Nell’anno in corso il rublo è aumentato del 25% rispetto al dollaro, rendendolo la valuta principale con le migliori prestazioni mondiali nel 2022. È un bene o un male per la Russia? Dipende. Da un lato un rublo forte è motivo d’orgoglio nazionale. Dall’altro, se le sanzioni rendono complicato l’acquisto di merci estere col rublo, non è conveniente.
Una valuta locale forte, inoltre, potrebbe danneggiare il bilancio: dato che le spese sono in rubli, un rublo debole è il modo migliore per ricaricare le casse dello Stato quando i prezzi dell’energia sono alti, visto che le vendite in dollari o euro vengono convertite in più rubli. La strategia di Putin per sostenere il rublo potrebbe aver funzionato: lo scorso giovedì la banca centrale russa ha deciso di riportare i tassi di interesse quasi ai livelli pre-bellici e di allentare alcuni controlli sui capitali. Un altro segnale che il rublo è tornato.