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Sud Europa unito. La proposta di Nelli Feroci (Iai) e altri esperti

La visione di Portogallo, Spagna, Francia, Italia e Grecia “sta diventando sempre più un mainstream dell’Unione europea” e ora questi Stati dovrebbero cercare “un più stretto coordinamento politico”, scrivono sei analisti tra cui Nelli Feroci, presidente dello Iai

C’era una volta i PIGS. Durante la crisi finanziaria del 2008, Portogallo, Italia, Grecia e Spagna si muovevano in maniera scomposta accusandosi a vicenda per rispondere alle accuse nordeuropee ed evitare misure di austerità. Oggi, con gli sforzi comuni sul Covid-19 e il lancio del Next Generation Eu, l’Unione europea ha scelto l’approccio meridionale. È l’occasione di dare vita a “un’alleanza proattiva e dinamica”. La proposta arriva delle pagine di euobserver ed è firmato da sei esperti di cinque Paesi (Portogallo, Spagna, Francia, Italia e Grecia), tra cui Ferdinando Nelli Feroci, presidente dell’Istituto affari internazionali.

Il Sud Europa “può contribuire a promuovere le tanto necessarie riforme europee, ripristinando la fiducia nell’integrazione europea e la fiducia del resto degli Stati membri”, scrivono. La rielezione di Emmanuel Macron a presidente della Francia offre agli Stati membri del Sud “un gruppo abbastanza omogeneo guidato da governi pro-europei e leadership pro-Unione europea, nonostante i loro governi appartengano a gruppi politici diversi”. Molte le aree di collaborazione individuate dagli esperti: la riforma dei sistemi di governance economica, il cambiamento climatico, la migrazione, la sicurezza e la difesa.

“Per sostenere un approccio coerente, occorre rafforzare la cooperazione nelle riunioni multilaterali annuali e organizzare incontri bilaterali più sistematici, per definire approcci comuni e avanzare nuove proposte politiche”, aggiungono. C’è il Gruppo di Visegrád, la Nuova Lega Anseatica, il Benelux o i Nordici, che spesso lavorato insieme per portare avanti le loro richieste su varie questioni, dalle politiche commerciali, economiche e fiscali alla migrazione e alle relazioni con attori esterni come la Russia. Ora tocca al Sud Europa, sostengono gli esperti.

La loro visione “sta diventando sempre più un mainstream dell’Unione europea” e ora questi “dovrebbero cercare di tradurre la crescente rilevanza in un maggiore impatto attraverso un più stretto coordinamento politico”, concludono spiegando che “Francia, Grecia, Italia, Portogallo e Spagna devono rendersi conto che un approccio comune serve meglio i loro interessi nazionali rispetto agli sforzi isolati”.

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