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Finlandia e Svezia verso la Nato con la protezione britannica

Prima dell’annuncio della decisione di aderire all’alleanza, entrambi i Paesi firmano un patto militare con il Regno Unito. Obiettivo: fornire uno scudo contro gli attacchi russi nella zona grigia tra la richiesta e l’ingresso formale

Alla vigilia dell’annuncio della volontà di aderire alla Nato che metterà fine a decenni di neutralità, la Finlandia ha ricevuto, con la Svezia, le garanzie che stava chiedendo da alcune settimane, da quando cioè è maturata l’idea di entrare nell’Alleanza atlantica davanti alla Russia e all’invasione dell’Ucraina. A offrirgliele, il Regno Unito.

Negli ultimi giorni sono stati intensi gli sforzi diplomatici per assicurare a entrambi i Paesi un sostegno militare nel caso di attacco nella “zona grigia” tra il momento in cui presenteranno richiesta di adesione alla Nato e quello in cui diventerebbero diventarne membri a pieno titolo dopo la ratifica da parte di tutti i 30 Stati.

Il primo ministro britannico Boris Johnson ha dato queste garanzie formali alla Finlandia e alla Svezia mercoledì firmando un patto militare che prevede la possibilità di assistenza militare diretta nel caso di un ipotetico attacco della Russia. L’accordo prevede che il Regno Unito anche un aumento da parte britannica del dispiegamento di personale e mezzi della Royal Air Force, della Royal Navy e dell’esercito oltre che una maggiore condivisione di intelligence.

I due patti sono analoghi. “Nell’eventualità di un disastro, di un attacco a uno dei nostri Paesi, ciascuno interverrebbe per dare assistenza all’altro: assistenza militare inclusa”, se “richiesta”, ha spiegato il presidente finlandese Sauli Niinisto. Il patto, ha spiegato Johnson parlando di quello con la Svezia, rappresenta un “importante passo in avanti” nelle relazioni bilaterali fra i due Paesi. “È un accordo sulla base del quale intendiamo rafforzare ulteriormente il nostro legame. Che si tratti di condividere intelligence o di lavorare insieme contro gli attracchi informatici o di fare più esercitazioni militari congiunte”. Parole con cui il primo ministro ha negato ufficialmente che l’accordo rappresenti un tappabuchi.

Anche i membri nordici della Nato – Norvegia, Danimarca e Islanda – dovrebbero firmare presto un impegno simile. Nel frattempo, negli ultimi giorni, i ministri finlandesi e svedesi hanno fatto il giro dei Paesi dell’Alleanza atlantica, tra cui Germania, Stati Uniti e Canada, per sostenere la candidatura in vista del summit annuale che si terrà a giugno a Madrid, in Spagna.

Una promessa simile a quella firmata dal Regno Unito è stata fatta anche dagli Stati Uniti, che hanno benedetto i due trattati con cui il Regno Unito ribadisce la sua volontà di essere un atto globale nella sicurezza dopo la Brexit, scavalcando così l’Unione europea.

Intervistato ad Airpress sul lavoro del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, l’ambasciatore Alessandro Minuto-Rizzo, presidente della Nato Defense College Foundation e già vicesegretario generale della Nato, spiega: “Certamente i tempi che corrono sono fuori dall’ordinario, con il rischio di una guerra anche con i Paesi occidentali. È per questo che il lavoro che sta portando avanti il segretario generale in questo momento è quello di arrivare a una sorta di assicurazione pre-ratifica, un documento formale firmato da tutti i governi che stabilisce come, in attesa dell’adesione vera e propria, i due Paesi verrebbero comunque considerati membri a tutti gli effetti, almeno per quanto riguarda la sicurezza collettiva. L’appuntamento del vertice di Madrid del 30 giugno, per esempio, potrebbe essere lo scenario adatto per discutere un accordo simile”.

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