Skip to main content

Vaiolo delle scimmie, a che punto siamo con la cura e i vaccini

La veloce diffusione dell’infezione virale accende i timori di un’altra epidemia, che metterebbe a dura prova i sistemi sanitari già indeboliti per il Covid. Ma quanto è efficace il vaccino contro il vaiolo?

Allarme per l’emergenza vaiolo delle scimmie. Joe Biden, presidente degli Stati Uniti, ha avvertito che la diffusione della malattia in tutto il mondo è qualcosa di cui “tutti dovrebbero preoccuparsi”. Ha aggiunto che la trasmissione continuata sarebbe “consequenziale”, sottolineando che al momento non c’è necessità di istituire rigide misure di quarantena.

“Semplicemente non penso che raggiunga il livello di preoccupazione che esisteva con il Covid”, ha aggiunto il capo di Stato americano. Come spiega il quotidiano The New York Times, il virus del vaiolo delle scimmie è solo occasionalmente fatale, e si diffonde attraverso i fluidi corporei, il contatto con la pelle e le goccioline respiratorie. I suoi sintomi comuni includono un’eruzione cutanea distintiva, febbre e dolori muscolari. I pazienti di solito guariscono entro quattro settimane, senza bisogno di essere ricoverate in ospedale.

Il vaiolo delle scimmie è stato raramente identificato al di fuori dell’Africa, ma oggi le cifre di questa infezione virale cominciano a preoccupare le autorità sanitarie: fino a sabato sono stati individuati 92 casi e 28 casi sospetti in 12 Paesi, tra cui Gran Bretagna, Spagna, Austria e Portogallo, al di fuori delle nazioni africane in cui è endemico. La velocità con cui si sta diffondendo ha sollevato timori perché un’altra pandemia metterebbe a dura prova i sistemi sanitari già indeboliti dal Covid-19.

Alla domanda sulle scorte di vaccino per gestire la diffusione del vaiolo delle scimmie, il presidente Biden ha risposto: “Penso che ne abbiamo abbastanza per affrontare la probabilità di un problema”. Le autorità sanitarie degli Stati Uniti sostengono che il Paese ha già le risorse per tenere a bada la malattia. In caso di epidemia, gli Usa hanno accumulato milioni di dosi di vaccini contro il vaiolo, che generalmente si è dimostrato efficace nel prevenire l’infezione da vaiolo delle scimmie.

A differenza del Covid, il vaiolo delle scimmie è una malattia conosciuta, monitorata e controllata. Michael Head, ricercatore senior dell’Università di Southampton, ha spiegato a Science Media Centre che, nonostante la situazione attuale e alcune lacune nella conoscenza approfondita del vaiolo delle scimmie, è improbabile un’emergenza come il Covid. “Credo sarà raro vedere più di alcuni casi in ogni focolaio. Definitivamente non c’è un livello di trasmissione come il Covid”.

Intanto, la Food and Drug Administration (Fda), l’ente governativo americano che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, ha approvato una nuova versione di un farmaco utilizzato per il trattamento del vaiolo, che potrebbe essere utilizzato anche per combattere il vaiolo delle scimmie. Si tratta della formulazione endovenosa (IV) del TPOXX per il trattamento del vaiolo, prodotta dalla SIGA Technologies. L’amministrazione Biden ha recentemente presentato una richiesta di budget per utilizzare il farmaco nella cura del vaiolo delle scimmie, per cui questo trattamento potrebbe diventare primario nella cura del virus.

In Europa, invece, l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) sta analizzando le cure e i vaccini disponibili per il vaiolo delle scimmie, visto l’aumento dei casi sul territorio europeo. Ad oggi, il vaccino autorizzato contro il vaiolo si chiama Imvanex, prodotto dalla farmaceutica danese Bavarian Nordic, e potrebbe prevenire il vaiolo delle scimmie. Questo farmaco si somministra in due dosi, a 28 giorni di distanza, ma l’efficacia dell’immunizzazione non è uguale in tutte le persone. Gli Stati Uniti hanno prenotato milioni di dosi di questo vaccino per circa 119 milioni di dollari, secondo la Bbc.

C’è anche un secondo vaccino contro il vaiolo, il ACAM2000, prodotto da Emergent Product Development, che è stato usato in un focolaio negli Usa nel 2003.

Altre cure nel mercato, autorizzate dalle autorità perché hanno dimostrato risultati positivi contro la malattia, sono l’antivirale cidofovir, il ST-246 e l’immunoglobuline vacciniche.



×

Iscriviti alla newsletter