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Cina, Onu e diritti umani. La visita di Bachelet nello Xinjiang

Inizia oggi la visita di sei giorni dell’Alto Commissario per i diritti umani nella regione al centro delle denunce di attivisti, governi e ong. L’agenda, le difficoltà e il rapporto con le autorità cinesi

Comincerà oggi il viaggio di Michelle Bachelet, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, in Cina. L’ex presidente del Cile è attesa nello Xinjiang, la regione al centro delle critiche di attivisti, ong e di molti rapporti per gli abusi del governo cinese nei confronti delle minoranze musulmane, principalmente l’etnia uigura. Si recherà nella città di Guangzhou prima di viaggiare a Kashgar e nella capitale dello Xinjiang.

La visita di sei giorni è la prima di un Alto Commissario Onu dal 2005 ed è stata preceduta dalla missione di una delegazione di cinque persone il 25 aprile a Canton e colloqui con membri del governo cinese.

Il programma prevede riunioni con numerosi funzionari nazionali e locali di alto livello e rappresentanti di organizzazioni della società civile, delle imprese e del mondo accademico. Bachelet terrà una conferenza all’Università di Canton e rilascerà una dichiarazione il 28 maggio. Non ci saranno invece incontri con i giornalisti e non si sa ancora se andrà nei campi di concentramento conosciuti come “centri di riabilitazione”, per dialogare con prigionieri come l’economista Ilham Tohti, condannato all’ergastolo con accuse di separatismo, e insignito nel 2019 del Premio Sakharov per la libertà di pensiero dell’Unione europea.

La visita di Bachelet è stata criticata da parte di molte associazioni, tra cui Human Rights Watch (Hrw). Si contesta che l’Alto Commissario si addentri in un campo minato di propaganda allestito dal Partito Comunista Cinese, e che la missione sia stata impostata male, negoziata peggio e senza un’adeguata informazione da parte delle persone colpite dalle violazioni dei diritti umani in Cina.

Amnesty International auspica che Bachelet tratti durante il viaggio dei “crimini contro l’umanità e le gravi violazioni ai diritti umani”. Agnes Callamard, segretaria generale di Amnesty, ha detto che “la visita lungamente posticipata di Michelle Bachelet nello Xinjiang è un’opportunità fondamentale per affrontare il tema della violazione dei diritti umani nella regione, ma sarà anche una battaglia costante contro gli sforzi del governo cinese per coprire la verità”.

Bachelet ha ribadito di avere richiesto l’accesso senza restrizioni nello Xinjiang per avviare una valutazione indipendente.

Ned Price, portavoce del Dipartimento di Stato americano, ha dichiarato di non avere aspettative sulla possibilità di una valutazione completa, mentre Wang Wenbin, portavoce del ministero degli Esteri cinese, ha confermato che Pechino accoglie con favore l’arrivo dell’Alto Commissario Bachelet: “I leader cinesi e i capi dei dipartimenti competenti avranno incontri con lei durante le visite nel Guangdong e nello Xinjiang, e ampi scambi con tutti i ceti sociali […] Si spera che la missione possa promuovere ulteriormente gli scambi e la cooperazione tra le due parti e svolgere un ruolo attivo nel sostenere la causa dei diritti umani internazionali”.

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