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Boris-exit? Come funziona il voto di sfiducia del Partito conservatore

Il primo ministro affronta i ribelli: se supera il test, per un anno sarà immune dalle beghe interne e potrebbe anche decidere di convocare elezioni anticipate

La soglia del 15% del partito in parlamento che chiede un voto di fiducia nei confronti del leader del Partito conservatore è stata superata. In conformità con le regole, si terrà uno scrutinio tra le ore 18:00 e le ore 20:00 di oggi lunedì 6 giugno. Seguiranno dettagli. I voti saranno conteggiati subito dopo. Un annuncio sarà dato un momento successivo. Le modalità dell’annuncio annuncio saranno rese note nel corso della giornata.

Con questa nota Sir Graham Brady, presidente del Comitato 1922, cioè del gruppo parlamentare del Partito conservatore, ha annunciato, all’indomani delle celebrazioni per il giubileo di platino della regina Elisabetta II, il voto di fiducia sul leader e primo ministro Boris Johnson. Brady ha dichiarato in conferenza stampa che il voto di “sfiducia” è stato comunicato ieri a Johnson.

Il presidente del Comitato 1922 ha detto anche che il primo ministro “condivide la mia opinione che il voto debba avvenire il prima possibile”. I deputati assenti potranno votare su delega e il risultato sarà annunciato stasera. Le lettere ricevute, oltre 54, suggeriscono che i ribelli che speravano di dare una spallata al leader dopo le elezioni si sono convinti a unirsi a coloro che, temendo anche per il proprio seggio, vogliono liberarsene prima.

Dal numero 10 di Downing Street filtra ottimismo: servono 180 voti e sono tra i 160 e i 170 i parlamentari che in qualche modo, con vari incarichi, sono sul libro paga del governo, come spiegato dal centro studi Institute for Government. Fonti citate dei giornali britannici spiegano che il primo ministro vuole sfruttare quest’occasione per porre fine a mesi di speculazioni e consentire al governo di andare avanti.

Se Johnson perdesse, allora il Partito conservatore avvierebbe il processo di selezione del nuovo leader che sarebbe anche il nuovo primo ministro. Nel caso in cui dovesse superare il test, il voto di sfiducia non potrà essere chiesto di nuovo da qui a un anno e potrebbe aprirsi un nuovo scenario, quello che lo vede chiedere un nuovo mandato elettorale.

Si tratterebbe di una grande scommessa per lui: il Partito conservatore, infatti, è in svantaggio rispetto all’opposizione laburista in tutti i sondaggi dalla fine di dicembre, a seguito di una serie di scandali, compreso il Party Gate con il primo ministro protagonista. Secondo le simulazioni di YouGov, i conservatori subiranno gravi perdite in seggi cruciali, compreso quello di Johnson.

Le prossime elezioni sono previste a dicembre 2024 ma potrebbero tenersi anche nel gennaio 2025. Ecco la scommessa di Johnson: la minaccia di elezioni anticipate potrebbe però convincere i ribelli e serrare i ranghi del partito. In questo caso Johnson potrebbe permettersi anche di perdere più di 30 seggi e mantenere comunque la maggioranza parlamentare. Ma, come insegna il precedente di Theresa May, i leader che superano il voto di sfiducia non sempre ne escono rafforzati.

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