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Chi sono i due “mercenari” britannici condannati a morte dai filorussi di Donetsk

La corte suprema dell’autoproclamata Repubblica popolare ha emesse le sentenze per Aiden Aslin e Shaun Pinner. Assieme a loro Saadun Brahim, cittadino marocchino. I tre combattevano per l’esercito ucraino e sono stati catturati a Mariupol

La corte suprema dell’autoproclamata Repubblica popolare del Donetsk ha condannato a morte i “mercenari” britannici Aiden Aslin, 28 anni, del Nottinghamshire, Shaun Pinner, 48 anni, del Bedfordshire, e Saadun Brahim, cittadino marocchino, che combattevano per l’esercito ucraino. Lo fanno sapere le agenzie russe. Secondo le leggi della repubblica, i condannati saranno fucilati, viene spiegato.

Aslin, 28 anni, in passato ha combattuto con la milizia curda delle Ypg contro l’Isis nel Rojava, in Siria. Nel 2017 è rientrato nel Regno Unito ed è stato arrestato per aver combattuto come foreign fighter. Poi è partito nuovamente per l’Ucraina dove ha deciso di arruolarsi nell’esercito che combatteva nel Donbass contro i separatisti filo russi di Donetsk. È stato catturato a Mariupol dalle forze russe ad aprile.

Pinner, 48 anni, ha servito in Nord Irlanda e in Bosnia per l’esercito britannico nel reggimento della Royal Anglian. Sposato con una donna ucraina che lavora in un’organizzazione umanitaria, è ufficialmente arruolato tra i marines dell’esercito ucraino. Per questo, la famiglia nelle scorse settimane ha rilasciato un comunicato chiedendo alle autorità russe di trattarlo a tutti gli effetti come un prigioniero di guerra e non come un foreign fighter o un mercenario.

I due avrebbero ammesso di essersi “addestrati per svolgere attività terroristiche”.  Secondo l’agenzia di stampa russa Tass intendono ricorrere in appello. La condanna – per giunge da una corte di una repubblica autoproclamata – rappresenta uno di strumento di propaganda per la Russia ma potrebbe anche rappresentare la base per uno scambio di prigionieri.

Le famiglie dei due ex militari britannici condannati a morte come mercenari in primo grado da una corte dell’autoproclamata Repubblica del Donetsk, hanno denunciato il processo come uno show condotto “in violazione della Convenzione di Ginevra” sui prigionieri di guerra, ha riportato il Guardian. Inoltre l’ex ministro Tory Robert Jenrick, deputato del collegio di uno dei due, ha accusato “le autorità russe” di averne strumentalizzato “in modo completamente vergognoso” la cattura e di “oltraggio al diritto internazionale”.

La speranza, ha aggiunto, è che “in un prossimo futuro” possano essere oggetto di uno scambio di prigionieri.

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