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L’autonomia tecnologica passa dai privati, dice Contini (DP) a ItaSec

Intervistato a margine dell’evento organizzato a Roma sulla cybersecurity, l’amministratore di DigitalPlatforms si dice ottimista rispetto alla trasformazione digitale dell’Italia per tre ragioni. Ecco quali

“Sono i privati che potrebbero mettere in pratica le direttive dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e portare avanti le azioni che consentono al sistema di essere il più possibile autonomo”. Parla così a Formiche.net, a margine dell’evento Itasec, Claudio Contini, amministratore delegato di DigitalPlatforms.

Quella che guida è una società nata nel 2018 attraverso l’unione di aziende specializzate in Internet of Things e Cybersecurity e che punta a sostenere la trasformazione digitale dei gestori delle infrastrutture critiche nei settori energia/utilities, telecomunicazioni e trasporti, difesa e Pubblica amministrazione. Dopo l’acquisizione di Selta, impiega oltre 400 lavoratori specializzati e stima di superare quest’anno i 60 milioni di fatturato.

Durante la giornata odierna di Itasec è intervenuto Franco Gabrielli, sottosegretario di Stato e Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, che sottolineato la centralità del tema della sicurezza informatica nell’azione di governo. Si è soffermato in particolare sulla nuova Strategia nazionale di cybersicurezza (2022 – 2026) presentata a maggio e sul relativo piano di implementazione. Per il sottosegretario, la Strategia riconosce la cybersecurity come una questione di sicurezza nazionale e non solo fissa gli obiettivi necessari a rendere l’Italia un Paese più sicuro e resiliente, ma definisce un’architettura che è garanzia di successo, perché affida al presidente del Consiglio e all’Agenzia per la cybersicurezza nazionale il ruolo di controllori. Vista la complessità della materia, infatti, si è ritenuto necessario non affidare a più soggetti il controllo del raggiungimento degli 82 obiettivi che la Stregia prevede. Per il futuro prossimo, Gabrielli ha segnalato inoltre l’esigenza di costruire un’autonomia tecnologica e far crescere una forza lavoro che sia all’altezza delle sfide cibernetiche, ma anche l’instaurazione di un dialogo trasparente con il settore privato. Per questo motivo sono importanti, secondo il sottosegretario, incontri come quello di Itasec, che uniscono il mondo dell’accademia con il mondo dell’industria, con la funzione di far crescere al meglio il nostro Paese.

La sfida per gli imprenditori oggi come ieri, e come sarò domani, è “interpretare le sfide portate dalla globalizzazione o dalla non-globalizzazione”, osserva Contini riprendendo le sottolineature di Gabrielli sul ruolo dei privati. “Certo, non può mancare una politica industriale che favorisca i comportamenti virtuosi”. Un esempio? “De-tassare i magazzini” in cui le aziende tengono componenti cruciali come i semiconduttori la cui carenza rappresenta un problema globale.

Il manager è ottimista rispetto alla trasformazione digitale dell’Italia. Per tre ragioni. Prima: “Le grandi aziende hanno capito che la sicurezza è fattore importante di resilienza, che permette loro anche di potersi presentare agli altri come partner affidabili”. Seconda: “È in atto un processo di rapida alfabetizzazione alla cybersecurity di cui forse chi è addentro a queste cose non si accorge proprio perché è immenso”. Parole come ransomware sono finite sui notiziari entrando così iniziare nel dizionario comune e dunque “diffondendo conoscenza sulle vulnerabilità”, spiega Contini. Inoltre, “c’è sempre maggiore confidenza delle persone con le app e con i servizi digitali, favorita anche dai fornitori di servizi che seguono pratiche come per esempio l’autenticazione a due fattori. Basti pensare alle banche e alle loro app”.

La terza ragione riguarda il Pnrr. Un anno fa la visita a Roma della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen aveva segnato l’approvazione del piano del governo italiano votato dal parlamento a fine aprile 2021. “Si registrano immensi sforzi nella direzione di dare una forte accelerazione al percorso di trasformazione digitale dell’intera società italiana”, commenta Contini. “Questa spinta che si avverte ovviamente presenta sfide come ritardi e dibattiti, ma è fortissima in tutti i settori. È una vera e propria mobilitazione. Non siamo a fine percorso ma c’è stato cambio di passo”, conclude.



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