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La crisi dei chip? Servono ingegneri elettronici. Parla Matera (Infineon)

Il manager guida il ramo italiano del gruppo tedesco che nel nostro Paese fa principalmente ricerca e sviluppo. E spiega che oltre alla carenza di materie prime c’è anche quella del personale altamente qualificato

“La nostra materia prima è il personale altamente qualificato, in particolare ingegneri elettronici. In questo momento ne stiamo soffrendo molto la carenza”. A spiegarlo a Formiche.net è Alessandro Matera, amministratore delegato di Infineon Technologies Italia, società del gruppo tedesco dei semiconduttori che nel nostro Paese fa principalmente ricerca e sviluppo.

Quello che racconta il manager è l’altro lato della crisi dei semiconduttori, che si aggiunge a quella della materia prima. Basti pensare che nei giorni scorsi, proprio a causa della “mancanza di semiconduttori e forniture”, lo stabilimento di Melfi (Potenza) di Stellantis ha annunciato lo stop dalle ore 14 del 17 giugno a sabato 25 giugno, con la ripresa dell’attività con il primo turno di lunedì 27 giugno. La Uilm ha sottolineato che “queste fermate si aggiungono agli ulteriori sette giorni nel mese di giugno, sempre dovuti alla carenza ormai strutturale dei semiconduttori”.

“In passato il sistema universitario italiano riusciva a fornirne in quantità sufficiente e con un alto livello di preparazione anche rispetto agli altri Paesi europei”, spiega Matera a margine della sedicesima edizione del Forum Economico Italo-tedesco, il tradizionale appuntamento di AHK Italien dedicato alle principali dinamiche che interessano i rapporti tra Italia e Germania. “Vista la crescita del settore e dei mercati di sbocco, si è creata a una maggiore necessità anche di prodotti futuri, che vanno progettati. Per questo, l’attività di ricerca e sviluppo è aumentata e in questa fase stiamo facendo fatica a trovare personale qualificato”, aggiunge sottolineando poi un altro aspetto: che l’aumento della domanda crea anche maggior mobilità sul mercato.

La ragione di queste difficoltà, osserva ancora Matera, è piuttosto semplice: “L’università italiana sforna per esempio molti più ingegneri informatici che elettronici perché l’ingegneria informatica si occupa di elementi tradizionalmente più visibili e vicini al consumatore. L’ingegneria elettronica invece si occupa di prodotti che normalmente sono nascosti all’interno di molti altri dispositivi, risultando così meno nota e meno attrattiva”. Spesso, quelli che ci sono, guardano altrove. Il Distretto di Microelettronica dell’Università di Pavia, inaugurato poche settimane fa, è però, evidenzia Matera, un primo passo per rafforzare la competitività del mercato italiano.

“Lavorare nei licei facendo comprendere quanto l’elettronica incida nella vita quotidiana, sostenere le università pubbliche affinché possano aumentare il numero di studenti, sviluppare percorsi alternativi all’università per figure e facilitare le procedure per la blue card per l’ingresso lavoratori altamente qualificati”. Queste le priorità indicate dal manager.

“I modelli tradizionali di gestione delle catene del valore da parte delle aziende vanno rimodulati in modo strutturale, ma gli adeguamenti necessari chiamano in causa anche un forte interesse pubblico su diversi fronti, dagli investimenti alle partnership in ambito ricerca e sviluppo», ha dichiarato all’evento di AHK Italien la presidente Monica Poggio, che è amministratore delegato di Bayer in Italia. “In ottica europea, l’implementazione dell’autonomia strategica va necessariamente di pari passo con una gestione, concertata tra pubblico e privato, dei cambiamenti in atto, a partire dalla transizione ecologica. Tocca proprio ai due principali Paesi manifatturieri europei, Italia e Germania, essere in prima linea nell’introduzione dei nuovi modelli produttivi e gestionali. Forti di due economie storicamente compenetrate, i nostri Paesi devono continuare a lavorare, insieme, agli ambiti più strategici per la crescita, da una maggiore indipendenza energetica alla logistica, fino alla ricerca altamente specializzata”, ha concluso.

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