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Start-up digitali. Appunti (buoni) da Malesia e Indonesia

I due Paesi del Sud-Est asiatico hanno unito le proprie competenze per guidare l’Asean nel settore. Economia digitale, sostegno alle start-up innovative, sinergie tra università e industria. Passare dalle parole ai fatti si può e il modello di Indonesia e Malesia lo dimostra. Il commento di Filippo Merli

Digitalizzare. Un verbo comune per Malesia e Indonesia, che hanno avviato un processo simultaneo di economia digitale per guidare il Sud-Est asiatico nel settore. La prova è negli investimenti: Malaysia digital economy corporation (Mdec), l’agenzia governativa del ministero delle Comunicazioni della Malesia, in una recente missione aziendale in Indonesia ha raccolto oltre 21 milioni di euro in opportunità digitali qualificate.

Giacarta è uno dei partner tecnologici più strategici di Kuala Lumpur, grazie al suo ecosistema digitale innovativo e in rapida crescita. Mdec, attraverso il programma Gain (Gateway, amplify, investor, nurture) ha sondato le opportunità di collaborazione, di business, di condivisione mentale e di consapevolezza tra i Paesi dell’Asean, l’organizzazione che dal 1967 raggruppa le nazioni del Sud-Est asiatico.

Nella missione d’affari in Indonesia si sono tenuti 18 incontri tra il governo malese e gli stakeholder privati, oltre a diversi confronti col ministero delle Comunicazioni dell’Indonesia e con Kumpul, l’attivatore dell’ecosistema imprenditoriale indonesiano. Il summit si è concentrato sui potenziali progetti congiunti nei settori fintech, agritech, cybersecurity ed e-government, in particolare con i piani dell’Indonesia di spostare la capitale amministrativa nella città di Nusantara, nel Kalimantan orientale.

L’economia digitale occupa una posizione di primo piano nell’agenda geopolitica della Malesia. Secondo il ministro della Scienza, Adham Baba, il comparto contribuirà per il 22,6% al Pil del Paese e creerà mezzo milione di posti di lavoro entro il 2025. Kuala Lumpur, nei suoi programmi, ha dato la priorità all’espansione dell’adozione di strumenti digitali per i consumatori, come e-commerce e pagamenti digitali, e alla promozione di iniziative imprenditoriali, oltre a coordinare l’innovazione tra università, imprese e autorità digitali.

“Il livello di evoluzione digitale ha contribuito ad attutire l’impatto economico della pandemia”, ha spiegato Baba. «Le economie più evolute digitalmente tendono a ricavare una quota maggiore del loro Pil dai settori ad alta tecnologia, dove la forza lavoro può passare più facilmente allo smart working”.

Anche l’Indonesia, tramite il ministro della Comunicazione, Johnny G. Platel, ha sottolineato l’importanza delle start-up digitali. “Gli aspetti relativi a prodotti e servizi digitali dovrebbero avere la priorità”, ha sottolineato. “Le aziende, in tal senso, dovrebbero essere in grado di generare finanziamenti di riserva, come capitale di rischio, sponsorizzazione e gestione”.

Attualmente l’Indonesia è al sesto posto nell’elenco globale dei Paesi col maggior numero di start-up digitali. Il governo, di conseguenza, sta lavorando per raggiungere l’obiettivo di sviluppare un ecosistema che semplifichi il processo di aumento degli investimenti, in modo che possa supportare al meglio la crescita del suo ecosistema digitale.

Malesia e Indonesia, inoltre, sono state le protagoniste assolute dell’Innovation for a digital Asia Pacific, una conferenza che si è tenuta a Singapore e che ha riunito i principali leader del settore, gli stakeholder, i clienti chiave e le organizzazioni di tutto il Sud-Est asiatico per un totale di oltre 1.000 persone presenti e di altri 30 mila partecipanti in collegamento via web. I rappresentanti malesi e indonesiani si sono rivolti agli altri ospiti con una semplice parola. Sempre quella: “Digitalizzare”.


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