Musk disegna un nuovo contesto – fisico e digitale – e lascia agli altri attori – influencer – il potere di condizionare gli utenti che lo popolano con le loro credibilità e le loro reputazioni. Il sostegno alla campagna di Caruso candidato sindaco di Los Angeles è l’incipit di questa mutazione digitale. L’analisi di Domenico Giordano di Arcadia
Martedì 7 giugno ci saranno le primarie per la scelta del prossimo sindaco di Los Angeles e se nessuno dei nove candidati in competizione riuscirà a raggiungere la soglia del 50%, i primi due andranno il prossimo 8 novembre a contendersi la poltrona di primo cittadino della Città degli Angeli.
A rompere gli equilibri tra Rick Caruso e Karen Bass, entrambi democratici e molto probabilmente i vincitori di queste primarie che poi si ritroveranno in autunno a sfidarsi per la successione al sindaco uscente Eric Garcetti, ci ha pensato nientepopodimeno che Elon Musk.
Con due tweet che valgono molto più di un semplice endorsement, perché innanzitutto possono spostare donazioni di migliaia o milioni di dollari a favore di Caruso (che fino a oggi ha raccolto 38,256,863.28 di dollari), e poi perché polarizzano l’audience digitale nei confronti di una competizione che altrimenti rimarrebbe circoscritta solo a un ristretto bacino di elettori. Del resto è sufficiente un dato per comprendere l’interesse dei residenti per il tema elettorale: nel 2017 alle primarie votarono appena 407.147 cittadini.
Con il primo tweet, mutuando dal gergo calcistico una espressione ampiamente sfruttata dalla politica, Musk è entrato a gamba tesa nella contesa provocando come era prevedibile, e di certo come auspicava lo stesso Musk, un primo scossone.
“Los Angeles – scrive – è fortunata a avere qualcuno come Rick Caruso candidato a sindaco. Lui è fantastico”.
Ma è con il secondo tweet, fissato in alto nella bacheca in modo che diventa il primo contenuto a essere visto dai follower, che Elon Musk utilizza l’appoggio per il candidato Rick Caruso come cavallo di troia per lanciare un vero e proprio manifesto politico: la sintesi estrema di una visione di governo locale, nazionale e federale che bypassa gli attuali schieramenti e leader e che in concorrenza con questi disegna una nuova figura di homo politicus. Né con i democratici, né con i repubblicani scrive Musk ma, come la maggioranza degli americani – che da anni diserta ogni appuntamento con le urne -, si sente a proprio agio adesso in una collocazione moderata – in Italia diremmo centrista – che non si riconosce più nelle estremizzazioni e che deve imparare a premiare il merito, le “competenze esecutive” per dirla ancora con le parole del fondatore di Tesla, ampiamente sottovalutate in politica.
A commento di questo secondo tweet, Elon Musk rispondendo a un utente, ha puntellato con un ulteriore sostegno quella che potrebbe diventare già nei prossimi mesi una impalcatura politica da sottoporre agli americani e, al contempo, può essere letta, come una delegittimazione delle ambizioni di Donald Jr. Trump che ha già annunciato la sua ricandidatura per le elezioni presidenziali del 2024, così come dell’attuale presidente in carica Joe Biden. “I limiti di mandato aiutano con il problema della gerontocrazia, ma, francamente, dovrebbe esserci un’età massima oltre la quale non puoi correre (forse 70?), proprio come ci sono età minime per Camera, Senato e Presidente”.
La portata dell’endorsement pro Caruso pubblicata da Musk però è da indagare non tanto per le centinaia reazioni che ha generato, in particolare quelle di numerosi influencer e di social leader democratici che hanno provato a rimbalzare la sua uscita per ottenere visibilità indiretta o per sostenere la sfidante Karen Bass, quanto invece perché segnala una trasformazione o, se preferiamo, l’evoluzione di fatto di Elon Musk da influencer a producer. L’influencer per rimanere nella definizione proposta dal Businees Dictionary – come ricordano Rosario Salonia e Isabella Assunta Monteleone, quest’ultima componente del Comitato scientifico di Assoinfluencer – è chi è dotato del power to affect ovvero del “potere di guidare le decisioni altrui, circostanza che presuppone autorevolezza, conoscenza per conquistare la fiducia del proprio pubblico e capacità di sapersi relazionare con i propri follower” in modo da poterli influenzare o essere ascoltati diffondendo particolari messaggi”.
Il salto di qualità che Elon Musk sta producendo è appunto quello di disegnare un nuovo contesto – fisico e digitale – e lasciare agli altri attori – influencer – il potere di condizionare gli utenti che lo popolano con le loro credibilità e le loro reputazioni. Il sostegno alla campagna di Caruso è l’incipit di questa mutazione digitale.