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Fondazione Seidel nel segno dell’amicizia Italia-Baviera-Europa

Di Giancarlo Chiapello

L’azione politico-culturale della Fondazione Seidel va salutata come una positiva novità che, attraverso una triangolazione Baviera, Bruxelles, Italia, può innescare un processo fuori da tatticismi tipici di questi tempi e ricco di reciproco riconoscimento. L’intervento di Giancarlo Chiapello, segreteria nazionale Popolari-Italia Popolare

Una bella notizia per l’amicizia che deve tornare ad essere centrale in politica e in Europa: il primo giugno è stata inaugurata la nuova sede della Fondazione Hanns Seidel Italia/Vaticano, presso Palazzo Baldassini, in via delle Coppelle a Roma dove si trova l’Istituto Sturzo.

La nuova direttrice, Silke Schmitt, ha accolto, da impeccabile padrona di casa, gli invitati per una riflessione di grande interesse, “Democrazia, stato di diritto, diritti umani e cultura. Le fondamenta della nostra società sotto pressione”, insieme al presidente della Fondazione on. Markus Ferber che ha fatto un saluto di grande profondità europea a partire proprio dal dialogo italo-bavarese. La fondazione politica, legata alla Csu, ha un ambizioso e fondamentale obiettivo, ossia “promuovere il dialogo tra Baviera e Italia ma anche tra l’Italia e gli altri stati membri dell’Unione Europea quando si tratta di questioni importanti per il futuro. Dobbiamo ascoltarci a vicenda e ascoltarci con attenzione”. Qui si innesca l’importanza di una simile presenza politica e culturale di matrice popolare e democratico cristiana che sta nel riscoprire quella capacità di sognare una costruzione originale per i popoli europei che caratterizzò i Padri Fondatori tutti legati a questa tradizione e collegati da un’autentica amicizia cristiana rispetto a cui c’è stata la capacità, la dedizione, di trasformare la virtù in azione politica.

La presenza degli amici bavaresi è una sollecitazione straordinaria in questa direzione: i popolari e democratici cristiani europei devono tornare ad impastare di amicizia la propria presenza e questo è possibile riconoscendosi, dialogando, confrontandosi, facendo battaglie comuni, soprattutto perché si ha la stessa radice valoriale, la medesima identità ricca di varie declinazioni capaci di sintesi, consapevole, per usare le parole di Romano Guardini “se quindi l’Europa deve esistere ancora in avvenire, se il mondo deve ancora aver bisogno dell’Europa, essa dovrà rimanere quella entità storica determinata dalla figura di Cristo, anzi, deve diventare, con una nuova serietà, ciò che essa è secondo la propria essenza. Se abbandona questo nucleo ciò che ancora di essa rimane, non ha molto più da significare” (R. Guardini, Der heilbringer in mythos, offenbarung und politik. Eine teologisch-politische bessinung, 1946).

Quello straordinario fiume carsico rappresentato dal popolarismo resistente, che scorre in Italia, può cogliere grazie agli amici della Fondazione Seidel, che rappresentano l’originale e prezioso impegno politico bavarese, l’importanza
dell’azione culturale comune, del coraggio dell’identità che porta alla libertà e all’autonomia, di uno sguardo europeo, per uscire dalle sabbie mobili di un sistema politico in fase di profonda trasformazione, proprio grazie ad una azione amicale di colleganza.

Potremmo dire che, grazie a una amicizia tra fratelli popolari e democristiani europei, che guardano al rilancio del Ppe, può rinascere una maglia amicale che riconnette le realtà politiche culturali, economiche, ecclesiali e
sociali di ispirazione cristiana, che è la radice del popolarismo, italiane immediatamente con un respiro europeo, quindi strategico, anche grazie ad una presenza come la prestigiosa fondazione bavarese con cui, come segretario dell’ultima sezione sturziana operativa d’Italia, dal 30 aprile 1919, segreteria nazionale della rete di Italia Popolare, non posso che sentirmi a casa, e la partecipazione all’inaugurazione ha confermato tale sensazione, con la speranza, in particolare di una collaborazione con i Giovani Popolari così come fatto col “Memorandum di amicizia” con i Giovani Democristiani della Repubblica di San Marino, per tenere lo sguardo, insieme, dritto verso il futuro.

L’azione politico-culturale della Fondazione Seidel, dunque, va salutata come una positiva novità che, attraverso una triangolazione Baviera, Bruxelles, Italia, può innescare un processo fuori da tatticismi tipici di questi tempi e ricco di reciproco riconoscimento e potenziali ricadute – perché conoscersi vuol dire aprirsi alle opportunità – che per il nostro Paese possono riguardare diversi territori e la visione stessa dell’Europa che non può che rispondere col passo della solidarietà, della libertà, di un aumento di democrazia alla tensione creata dalla violenta aggressione russa all’Ucraina.

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