In realtà cosa è il Centro? Helmut Kohl ne dava una meravigliosa definizione sociologica: “Il Centro non esiste, è solo il perimetro degli elettori che si spostano da una parte all’altra”. E allora cosa era la Democrazia cristiana? Non era il Centro e non si definiva tale, aveva al suo interno una destra, una sinistra, e cento sfumature di moderatismo. Ma non era il Centro
Se fosse un gioco di società, come quelli che trovavamo sotto l’albero di Natale della nostra infanzia, sulla scatola ci sarebbe scritto: “cerca il Centro”. La caccia al tesoro centrista occupa le cronache di tutta la Seconda Repubblica, e promette di impegnare anche la terza.
Ora, gli occhi sono puntati sul ministro degli Esteri Luigi Di Maio, e sulla rete impazza il fotomontaggio che lo trasforma in un clone moderno di Giulio Andreotti (che però centrista non fu mai, talvolta destra, tal altra sinistra, centrista mai).
Ma in realtà cosa è il Centro? Helmut Kohl ne dava una meravigliosa definizione sociologica, consegnata a me e Rocco Buttiglione davanti all’indimenticabile bistecca di “Mario”, in via della Vite a Roma: “Il Centro non esiste, è solo il perimetro degli elettori che si spostano da una parte all’altra”. Voleva dire che esiste un elettorato centrista, non un partito centrista, perché la politica è la scelta tra due tesi, e chi si mette in mezzo è inutile. Volando meno alto, Pinuccio Tatarella diceva che “il Centro è solo un taxi per spostare truppe da una parte all’altra”: traduzione levantina del concetto teutonico del vecchio Helmut.
E allora la Dc cosa era? Non era il Centro, non si definiva di Centro, aveva al suo interno una destra, una sinistra, e cento sfumature di moderatismo. Ma non era il Centro, era uno dei due poli della prima Repubblica, il più forte e longevo. La Dc tedesca – ancora viva e vegeta – è stata uno dei due poli della politica tedesca. Il Ppe è la prima forza politica europea, e occupa saldamente la “pole position” di un bipolarismo in cui è incerta – al massimo – la posizione alternativa.
In Italia il tema non è chi occupa il Centro. Esisteranno sempre partiti centristi che – direbbero Kohl e Tatarella- “trasportano gli elettori da una parte all’altra”. Può darsi che Di Maio ne animerà uno, e magari sarà più giovane e scattante di Mastella o Toti, che già ci provano da tempo. Ma non è il tema del riassetto del nostro sistema politico.
La questione aperta è chi occupa la prima posizione, chi succede alla Democrazia cristiana e a Forza Italia nella guida politica della maggioranza naturale di questo Paese, costituita da un blocco sociale alternativo al modello statalista, segnato laicamente dalla ispirazione cristiana, interprete contemporaneamente di una domanda di libertà economica ed equità sociale.
È questa il tema, altro che il mosaico centrista con le quaranta tessere che non si incastrano mai.