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L’accordo Egitto-Israele-Ue sul gas visto dall’Italia. Parla Gava

La sottosegretaria spiega gli sforzi per risolvere definitivamente il problema della dipendenza energetica da un solo Paese, “una situazione di arretratezza” che “ci ha esposto a tentativi di ricatto”. EastMed? “In Italia è completamente autorizzato”. In vista dell’inverno “siamo tranquilli”, dice

Vannia Gava, sottosegretaria alla Transizione ecologica, ha partecipato all’East Mediterranean Gas Forum al Cairo, in Egitto, dove è stato firmato un accordo sul gas tra Israele, Egitto e Unione europea alla presenza della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

Che cosa rappresenta il memorandum d’intesa per l’Italia?

Rappresenta un altro tassello importante di una nuova politica energetica che stiamo costruendo settimana dopo settimana, per far fronte all’emergenza ma, soprattutto, per risolvere definitivamente il problema della dipendenza energetica dell’Italia e dell’intera Europa da un solo Paese, una situazione di arretratezza che non è più sostenibile e che ci ha esposto, come risultato evidente a tutti, a tentativi di ricatto.

Il memorandum ha una sezione intitolata “Promozione dell’idrogeno, della produzione di energia verde e dell’efficienza energetica” in cui si evidenzia l’importanza del settore privato. Quali sono le opportunità di questa intesa per le aziende italiane?

L’idrogeno è certamente, secondo tutta la comunità scientifica internazionale, il vettore del futuro. Pulito, efficiente, consentirà di arrivare a una completa decarbonizzazione senza rinunciare al nostro stile di vita e, ovviamente, penalizzare il nostro sistema economico. Bisogna investire su questa risorsa e sulle infrastrutture che saranno necessarie per il suo utilizzo, farci trovare pronti. In Italia lo stiamo facendo investendo una quota importante del Pnrr: nel breve termine potrà essere utilizzato per le industrie cosiddette energivore e per il trasporto pesante.

Tra le soluzioni più citate per ridurre la dipendenza energetica italiana ed europea dalla Russia c’è EastMed. Il quale, però, ha bisogno di quattro anni per essere operativo e prevede la realizzazione di un gasdotto, cioè legame fisico a lungo termine, che appare in controtendenza rispetto all’impegno occidentale verso la decarbonizzazione. La Commissione europea deve valutarne la fattibilità. Qual è la posizione del governo italiano?

Il progetto EastMed è inserito nella lista dei Progetti di interesse comune, prevede un gasdotto che trasporti le riserve di gas del Mediterraneo orientale alla Grecia continentale attraverso Cipro e Creta. Proseguirebbe con il progetto del gasdotto IGI Poseidon attraversando il bacino ionico fino a Est di Otranto, dove andrebbe a collegarsi con la rete nazionale di trasporto. Dal punto di vista autorizzatorio in Italia il progetto è completamente autorizzato e ha recentemente ottenuto la proroga della data di decorrenza dei lavori al 1° ottobre 2023.

L’Egitto, che ha anche ospitato la riunione dell’East Mediterranean Gas Forum, è uno dei Paesi del Mediterraneo allargato la cui stabilità è maggiormente minacciata dalla crisi alimentare. Come si può scongiurarla evitando ripercussioni anche per l’Italia e l’Unione europea sul lato energetico?

Questo conflitto in Ucraina non è soltanto militare, ma si consuma anche sulle forniture alimentari come sulle forniture dell’energia. È necessario lavorare per la pace, perché ritorni il buonsenso e in campo la diplomazia. Questa esperienza drammatica dimostra però che è necessario credere e investire subito sull’autosufficienza.

La riduzione delle forniture di gas annunciata da Gazprom sembra suggerire che la Russia abbia ritenuto che la fase di stoccaggio stava procedendo troppo speditamente e che se continuava così perdeva la sua leva sul mercato europeo per il prossimo inverno. Come procedono gli sforzi per cambiare il mix energetico italiano?

Gli ultimi dati sullo stoccaggio, diffusi proprio ieri, dimostrano che l’Europa ha stoccaggi sufficienti a garantire che nessun Paese rimanga al freddo. Il livello di stoccaggio in tutta l’Ue è al 50,2% della capacità, l’anno scorso, nello stesso periodo, era al 44,7%. Effettivamente è curioso che ieri sia arrivata una diminuzione delle forniture. Come ha detto il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani, siamo tranquilli. Ma non per questo rinunceremo a costruire il più velocemente possibile un nuovo mix energetico, diversificando le fonti, aumentando la produzione nazionale di gas e soprattutto liberando con le semplificazioni la possibilità di realizzare nuovi impianti di energia rinnovabile approfittando del clima e sfruttando al massimo la collocazione geografica della nostra Italia.


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