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Così nasce il dialogo tra Italia e Usa sui metalli rari

Nelle prossime settimane i due Paesi parleranno della Minerals Security Partnership, iniziativa presentata da Washington e rivolta ai Paesi amici per affrontare la dipendenza dalla Cina in un settore critico per la transizione green-tech

Nelle prossime settimane Italia e Stati Uniti parleranno della Minerals Security Partnership, iniziativa presentata da Washington nei giorni scorsi durante la conferenza della Prospectors and Developers Association of Canada, uno degli eventi legati al settore minerario più importanti al mondo, e definita negli ambienti diplomatici italiani un ballon d’essai rivolto ai Paesi G7 e like-minded. 

Come raccontato su Formiche.net, davanti a una congiuntura critica – pressione strutturale sull’offerta di metalli non ferrosi e di materie prime cruciali per la transizione energetica e digitale; prospettive di disaccoppiamento tra le filiere globali per ragioni di sicurezza – il rafforzamento delle partnership tra Paesi “amici” (il cosiddetto friend-shoring spesso richiamato da Yanet Jellen, segretaria al Tesoro degli Stati Uniti) lungo più stadi della filiera rappresenta un punto cruciale. In particolare, a fronte della weaponization delle interdipendenze da parte di Paesi autoritari, come Russia e Cina.

L’iniziativa è pensata per “catalizzare gli investimenti dei governi e del settore privato per opportunità strategiche, lungo l’intera catena, che aderiscano anche ai più alti standard ambientali, sociali e di governance”. Subito hanno aderito a questo progetto nascente Australia, Canada, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Corea del Sud, Svezia, Regno Unito e la Commissione europea. Ma altri seguiranno. E l’Italia è in prima fila, forte delle buone relazioni con gli Stati Uniti e cosciente dai rischi posti dalle autocrazie lungo le catene di approvvigionamento.

D’altronde, come spiegava Alberto Prina Cerai su queste pagine, “il tema della sicurezza degli approvvigionamenti, in uno scenario globale caratterizzato da crescente instabilità e incertezza, rimane però un tavolo imprescindibile”. In particolare per un Paese dall’importante peso industriale com’è l’Italia, che “di fronte alla transizione green-tech, oltre alle opportunità non potrà prescindere dal confrontarsi con la carenza di materie prime”.

L’iniziativa è pensata per affrontare la crisi di alcuni minerali critici prioritari, in particolare quelli che servono per i veicoli elettrici, le cosiddette batterie avanzate e altre tecnologie energetiche pulite. Quattro le linee d’azione: condivisione di informazioni e cooperazione per colmare le lacune informative relative all’esplorazione, alla lavorazione, ai flussi commerciali e alle opportunità di diversificazione; rete di investimenti per coordinare il sostegno ai progetti del settore privato promuovendo catene di approvvigionamento di minerali critici sicure, resilienti e responsabili; alti standard Esg (ambientali, sociali e di governance); recycling and reuse, aumentando la cooperazione in materia di ricerca e sviluppo.



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