Il segretario generale dell’Europarlamento è più potente del Presidente stesso. Basti pensare che il primo è attualmente in carica da 13 anni e il secondo deve lasciare l’incarico dopo due anni e mezzo. Ma chi sogna un italiano in una posizione così strategica, dovrà mettersi l’anima in pace. Ecco chi è in pole position
L’ultimo segretario generale del Parlamento europeo di nazionalità italiana è stato Enrico Vinci, che ha ricoperto la carica per soli due anni (1986-1987) perché a fine carriera. Dopo Vinci è arrivato l’inglese Julian Priestley che è rimasto in carica 10 anni; a seguire il danese Harald Romer, anche lui a fine carriera, e quindi ha ricoperto l’incarico per un biennio, ma poi nel 2009 è arrivato Klaus Welle, tedesco in quota Ppe, che è ancora in carica ma ha recentemente annunciato che si dimetterà a fine anno dopo “13 anni di regno”.
Il segretario generale dell’Europarlamento è più potente del Presidente stesso; basti pensare che quest’ultimo viene eletto per soli due anni e mezzo, mentre invece il segretario generale se ha “la nazionalità giusta non si tocca”.
Il temutissimo e potentissimo Welle in 13 anni ha letteralmente governato l’Europa, sostenuto dai tedeschi, che quando si tratta di riempire le caselle dei posti di comando europeo sono una vera potenza di fuoco. I bene informati raccontano che ancora prima che si liberi la prima linea, i tedeschi in Europa hanno già pronta la seconda e la terza linea e per portare a casa i ruoli chiave si riuniscono periodicamente per parlare di politica del personale.
E il nostro Paese? Nei corridoi i funzionari italiani a domanda con il sorriso sulle labbra rispondono: “Politica del personale? Una perfetta sconosciuta!”. A quanto pare la risposta dei funzionari italiani è sempre la stessa sia al Parlamento che alla Commissione: “Di noi non si occupa nessuno, per avere promozioni o cariche importanti dobbiamo sperare di finire nella scia dei tedeschi, degli spagnoli o di qualche delegazione che fa politica del personale”. Ci sono anche quelli che sono riusciti a ricoprire qualche incarico di livello ma per meriti propri e non sotto la spinta della delegazione italiana.
Ma chi sarà il prossimo segretario generale? Due i nomi che circolano nei corridoi: Markus Winkler (anche lui tedesco ma appartenente alla famiglia socialista) e Jaume Duch Guillot, popolare di nazionalità spagnola. L’alternativa ai due uomini potrebbe essere una donna ovviamente tedesca oppure dell’est Europa. P
Per anni gli italiani hanno portato avanti la politica dei numeri: “Meglio 10 uscieri o autisti che un dirigente”, dunque è difficile stupirsi se i tedeschi hanno il controllo delle istituzioni. Bruxelles non dovrebbe essere visto come il “cimitero degli elefanti” ma come il centro dei nostri interessi dove funzionari e politici lavorano per il bene comune dell’Europa e dell’Italia.