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Razzismo in vendita. La fabbrica cinese di videomessaggi xenofobi in Africa

Il documentario di Bbc Africa denuncia la fabbrica di messaggi video personalizzati, diffusi sulla piattaforma Douyin (così si chiama TikTok in Cina) in cui adulti, bambini e imprese africane si umiliano per il divertimento dei cinesi. Pornografia della povertà con una forte componente razzista

“Razzismo in vendita” è il titolo dell’ultima inchiesta della Bbc Africa sull’industria cinese di video-messaggi personalizzati che sminuiscono la popolazione africana. Questa scandalosa industria commercializza brevissime clip girate in Africa, il più delle volte su bambini, che sono vendute a persone e imprese.

Uomini africani senza magliette che si augurano che il Covid sia contenuto nel complesso residenziali del distretto Putuo a Shanghai, o gruppi di ragazzi africani che ballano e cantano in cinese, con cartelli in cui si legge “sono un mostro nero”, “sono il diavolo nero” o “ho un coefficiente intellettuale basso”. I video durano circa 30 secondi e sono diventati famosi tra il 2018 e il 2020 nella piattaforma social Douyin, la versione cinese di TikTok.

Lu Ke, conosciuto come “Susu”, è un ragazzo di 20 anni che gira fino a 380 video al giorno in un piccolo paesino del Malawi. Il prezzo: tra 10 e 70 dollari.

Ma chi compra questi video? Secondo il documentario, gli acquirenti sono imprese, persone che si sposano o che vogliono festeggiare un compleanno o una laurea, e commissionano video personalizzati con lo stesso formato: africani che ballano nei loro villaggi con cartelli in mandarino in primo piano.

Bbc Africa denuncia che questi business promuovono un’immagine dell’Africa ridotta alla povertà, gente che balla obbediente, e che ha tendenza ad atteggiamenti immorali, al furto e alle bugie.

Alexandria Sahai Williams, giornalista dell’emittente tedesca DW che ha lavorato per un’impresa di streaming in Cina ha sottolineato in un tweet il perché in un Paese con la rete così controllata come la Cina il razzismo scappa alla censura: “È ironico dovere appellarsi al censore per fare giustizia”, ma questa macchina di soldi va fermata prima che riprenda il volo in futuro.



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