Skip to main content

Il G7 mette al bando l’oro russo e Mosca guarda a Pechino

Colpire gli oligarchi e la macchina della guerra di Putin. Così i leader spiegano l’ultima mossa. E come già accaduto per altri settori, Putin chiede aiuto a Xi nella ricerca di nuovi mercati per le esportazioni

Mosca “incassa decine di miliardi di dollari” dall’esportazione dell’oro russo. E così i leader del G7, riuniti a Elmau in Baviera, hanno deciso di bandirlo. Lo ha confermato il presidente statunitense Joe Biden su Twitter: “Gli Stati Uniti hanno imposto a Putin costi senza precedenti per negargli le entrate di cui ha bisogno per finanziare la sua guerra contro l’Ucraina”, ha scritto.

Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Giappone hanno fatto il primo passo già prima del G7. L’oro rappresenta una delle principali esportazioni russe, con valore di 12,6 miliardi di sterline (14,6 miliardi di euro) nel 2021. È quanto spiega una nota diffusa dal governo britannico, sottolineando il ruolo centrale di Londra (assieme a New York) negli scambi. “Il suo valore per l’élite russa è aumentato negli ultimi mesi, con gli oligarchi che si sono precipitati ad acquistare lingotti d’oro nel tentativo di evitare l’impatto finanziario delle sanzioni occidentali”.

L’obiettivo è colpire gli oligarchi e il cuore della macchina da guerra di Vladimir Putin, ha dichiarato il primo ministro britannico Boris Johnson. “Putin sta sperperando le sue scarse risorse in questa guerra inutile e barbara. Sta finanziando il suo ego a spese del popolo ucraino e russo”, ha spiegato.

“Questo non fa altro che formalizzare ciò che l’industria dell’oro ha già fatto”, ha dichiarato Adrian Ash di BullionVault a Bloomberg. Infatti, le spedizioni tra la Russia e Londra sono crollate quasi a zero dopo le sanzioni contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina. Basti pensare che London Bullion Market Association, che stabilisce gli standard per il mercato, ha rimosso le raffinerie d’oro russa dalla sua lista accreditata a marzo.

Ma sempre Bloomberg sottolinea un aspetto. “Mentre le sanzioni occidentali per punire la Russia hanno in gran parte chiuso i mercati europei e statunitensi all’oro del secondo più grande ‘minatore’ del mondo, l’impegno del G7 segnerebbe una rottura totale tra la Russia e i due principali centri commerciali del mondo, Londra e New York”.

Come già accaduto in altri settori, l’industria russa dell’oro si sta muovendo alla ricerca di nuovi mercati per le sue esportazioni. A partire dalla Cina e alcuni Paesi in Medio Oriente.


×

Iscriviti alla newsletter