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Il vantaggio di Meloni e Calenda nella campagna d’agosto. Lo spin di Brunetti

La bolla è satura e dunque innanzitutto bisogna lavorare per presidiare la propria fascia di consenso, spiega Tiberio Brunetti di Spin Factor. Nella campagna lampo partono avvantaggiati Meloni e Calenda perché sono mesi che si preparano a questo momento. Sono loro che, rispetto al punto di partenza, potranno incassare i risultati migliori

Tiberio Brunetti, ad e fondatore di Spin Factor, società di consulenza politica e di comunicazione strategica, ci spiega che tipo di campagna sarà quella che ci porterà alle prime elezioni politiche autunnali della storia repubblicana.

Una campagna elettorale sotto l’ombrellone. Che effetto prevede sull’elettorato?

In realtà per molti italiani questa è la terza campagna elettorale estiva. Causa covid le regionali del 2020 e le amministrative del 2021 si sono tenute tra fine settembre e inizio ottobre. Ciò detto, io più che sulla stagionalità mi concentrerei sulla durata lampo della campagna. Di fatto non c’è tempo per riposizionarsi, ma solo per consolidare delle caselle già acquisite. Da questo punto di vista senza dubbio sono avvantaggiati Giorgia Meloni nel centrodestra e Carlo Calenda nell’area liberal democratica che in questo momento è attrattiva e può esercitare una sorta di golden share. A Enrico Letta il compito di provare a limitare i danni nell’area del centrosinistra.

Quali saranno i media che dovranno essere utilizzati? Che impatto avranno?

Innanzitutto va ritrovata la fisicità. L’evento, l’incontro dopo l’epoca delle restrizioni covid rappresentano una grande novità, un ritorno importante. Ne sono testimonianza i concerti negli stadi con record di presenze ovunque. C’è voglia di vedersi. Tutti gli altri media vanno presidiati con intelligenza, senza eccessi e senza assenze.

I social saranno indubbiamente i protagonisti della campagna: come scongiurare l’astensionismo e arrivare al più ampio target possibile, giovani compresi?

I social vanno curati in maniera scientifica. La bolla è satura e dunque la priorità è nel presidiare la propria fascia di consenso. In seconda battuta i leader più credibili possono provare ad aggredire altri segmenti di potenziale elettorato. L’astensionismo, soprattutto giovanile, si combatte con la credibilità dei candidati e delle proposte. C’è anche un tema di simbologia: il gesto fisico dell’andare a votare è totalmente lontano dal vissuto giovanile.

Bisogna ragionare sulla digitalizzazione del voto. Altro fatto importante e dirimente: i giovani non vogliono il pollaio in cui ci si becca. Ma questo è un tema su cui tutti noi addetti ai lavori abbiamo grande responsabilità: spesso si è più portati a proporre campagne elettorali che rispondano alla comfort zone del candidato, piuttosto che a rompere gli schemi e parlare all’elettore. Noi di solito ci concentriamo su questo: studiamo prima il profilo umano del candidato, entriamo in sintonia con lui e insieme ci focalizziamo su come far arrivare ai vari target di cui è composto l’elettorato il messaggio in maniera credibile, chiara e coerente.

Quali sono i partiti e i leader secondo lei più pronti ad affrontare questa sfida innanzitutto di comunicazione?

Bisogna fare una premessa: alla stragrande parte dell’elettorato arriva solo la sintesi semplificata di quello che accade: sfumature, ragionamenti politici, dibattiti lasciano il tempo che trovano. Vince la semplificazione rispetto alla complessità. Ciò detto, Giorgia Meloni su tutti è quella meglio posizionata.

Tra l’altro la scelta di Salvini e Berlusconi di togliere la spina al governo Draghi è di fatto un consegnarsi alla linea di Fratelli d’Italia con 18 mesi di ritardo. La Meloni ha un altro vantaggio: rispetto agli altri leader che in questi ultimi anni hanno ottenuto forti consensi, non ha mai tradito le aspettative del proprio elettorato di base. E questo la rende molto credibile.

A seguire Carlo Calenda è in questo momento l’uomo giusto al posto giusto. Forte dell’ottimo e a tratti inaspettato risultato delle ultime amministrative è l’unico non allineato attrezzato ad affrontare queste elezioni, e infatti sta aggregando molto dal punto di vista politico e sta polarizzando bene sui social.


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