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Il Corridoio di Suwalki e il futuro delle tensioni Russia-Nato

Una striscia di terra di poco più cento chilometri tra Lituania, Polonia e Bielorussia può condizionare non solo la guerra in Ucraina ma l’indipendenza degli Stati baltici. La verità è però che quel passaggio verso l’exclave di Kaliningrad serve più alla Russia che ai Paesi Nato. Ecco perché

Dopo che la Lituania ha chiuso il transito ferroviario alle merci russe da e per l’exclave di Kaliningrad, in applicazione delle sanzioni, si sono riaccesi i timori di un possibile allargamento del conflitto ucraino anche nel Baltico. La Lituania, infatti, è un passaggio obbligato per i collegamenti tra Mosca, attraverso la Bielorussia, e l’exclave di Kaliningrad.

L’EXCLAVE RUSSA DI KALININGRAD

L’exclave russa di Kaliningrad è un oblast della Federazione Russa al di fuori dai suoi confini, situata tra Polonia e Lituania con accesso al mar Baltico a 160 km a est di Danzica. Nel 1945 dopo l’occupazione dell’Armata Rossa, Königsberg, nome storico della città prussiana corrispondente all’odierna Kaliningrad, fu annessione a Mosca e successivamente ha resistito al crollo dell’Urss e a tutti i cambiamenti geopolitici mondiali. Poco più grande di 15mila chilometri quadrati, Kaliningrad oggi assomiglia più ad una fortezza militare che a una regione. Qui i russi ha realizzato quella che in gergo militare si chiama bolla di interdizione Anti Access/Area Denial (A2/AD), ovvero un’area a tenuta stagna da eventuali attacchi della NATO, caratterizzata dalla presenza contemporanea di sistemi missilistici antinave, antiaerei/antibalistici, antisom nonché sistemi EW, radar OTH e assetti navali, subacquei e aerei.

LA REAZIONE RUSSA

A seguito del blocco delle merci la Russia, da parte sua, ha minacciato di vendicarsi contro le restrizioni “apertamente ostili” della Lituania che dalla metà del mese di giugno vietano l’importazione e l’esportazione di metalli, materiali da costruzione, carbone e apparati tecnologici. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha dichiarato: “E’ un atto illegale. La situazione è davvero molto grave e richiede un’analisi approfondita per preparare una risposta”. Successivamente Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo ha rilanciato: “la possibile risposta alle restrizioni imposte dalla Lituania al transito delle merci nella regione di Kaliningrad sarà pratica piuttosto che diplomatica: le opzioni sono in fase di studio a livello di agenzie”.

LE CRESCENTI TENSIONI

Qualche giorno fa la Lituania ha ampliato le restrizioni al transito delle merci verso Kaliningrad attraverso il suo territorio bloccando le bevande alcoliche, i prodotti chimici industriali a base di alcol, il legname e il cemento. Il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo bielorusso Alexander Lukashenko hanno discusso di una possibile risposta alle azioni della Lituania durante una telefonata nella quale hanno parlato di “alcuni possibili passi congiunti… in connessione con le restrizioni illegali imposte dalla Lituania al transito delle merci nella regione di Kaliningrad”

IL SUWALKI GAP

La risposta potrebbe arrivare attraverso un attacco russo al Suwalki Gap, il Corridoio di Suwalki, una striscia di terra di poco più di cento chilometri corrispondente al confine tra Polonia e Lituania ma che allo stesso tempo divide l’exclave di Kaliningrad dalla Bielorussia. Secondo alcuni analisti questo sarebbe il vero tallone d’Achille della NATO perché in caso di conflitto le forze russe di Kaliningrad si ricongiungerebbero a quelle della Bielorussia isolando di fatto l’Estonia, la Lettonia e la Lituania, cosicché “la Russia potrebbe prendere il controllo dei Paesi Baltici più rapidamente di quanto potremmo difenderli”, come ha sempre temuto il generale Ben Hodges, ex comandante delle truppe Usa in Europa.

UN CORRIDOIO DI INFRASTRUTTURE

Ma il corridoio di Suwałki è anche un importantissimo corridoio infrastrutturale. Questa striscia di terra è, infatti, attraversata da una importante e strategica via di comunicazione, la Strada europea E67 o Via Baltica, formata dalla Superstrada S61 per la parte polacca e dalla Magistralinis kelias A5 per la parte lituana, e fa parte del Corridoio Mare del Nord-Baltico, una delle principali infrastrutture stradali della rete transeuropea dei trasporti (TEN-T), che collega la Finlandia e i Paesi Baltici al resto dell’Europa. Per lo Suwalki Gap transita poi anche l’unica ferrovia che unisce gli Stati baltici con il resto dell’Unione europea, in attesa della realizzazione della linea Rail Baltica che collegherà le tre Repubbliche con Helsinki, Varsavia e Berlino: un passo importante per costruire il corridoio Mare del Nord-Mar Baltico.

LE INFRASTRUTTURE ENERGETICHE

Ma nel corridoio di Suwalki ci sono anche importati infrastrutture energetiche. Il primo maggio 2022 è stato inaugurato il Gas Interconnection Poland-Lithuania (GIPL), l’unico collegamento terrestre tra il sistema di gasdotti baltico-finlandese e il resto dell’Unione europea, attraverso cui la Lituania è stata integrata nel sistema di trasporto del gas europeo, mentre la Polonia può beneficiare di maggiori importazioni di GNL essenziali nell’eventuale allontanamento dal gas russo.

Per il corridoio di Suwałki passa anche il LitPol Link, un’interconnessione elettrica di alta tensione tra Polonia e Lituania, unico collegamento tra la rete elettrica europea e la rete dei tre Paese Baltici. Questa infrastruttura è fondamentale perché la Lituania, insieme alla Lettonia e all’Estonia, è collegata alla rete Brell, che unisce i sistemi dei tre paesi con quelli della Russia e della Bielorussia.  Con l’interruzione delle forniture di elettricità verso la Lituania, che potrebbe essere una delle contromisure di Mosca nei confronti di Vilnius, questa interconnessione sarebbe quindi l’ancora di salvezza da possibili blackout.

GIOCHI DI GUERRA

La strategicità di questo territorio è tenuta in grandissima considerazione anche per la Russia che negli ultimi anni ha organizzato diverse esercitazioni.  Nel 2017 e nel 2021 Mosca e Minsk hanno predisposto le esercitazioni Zapad, che in russo significa occidente, nelle quali le truppe russe e bielorusse si sono esercitate a chiudere il corridoio di Suwalki attaccando dalla Bielorussia in direzione di Kaliningrad. L’ultima esercitazione, Union Resolve 2022, che aveva uno scenario simile, è avvenuta poco prima dell’invasione dell’Ucraina e le truppe russe che vi hanno partecipato dalla Bielorussia hanno attaccato poi il nord dell’Ucraina.

LA NATO

Ma anche l’Alleanza Atlantica ha condotto delle esercitazioni nell’area del corridoio di Suwałki: nel 2017 c’è stata la Iron Wolf per valutare la prontezza a pianificare e condurre operazioni militari nell’area e ogni due anni si svolge l’operazione Saber Strike 22. Ma la deterrenza della Nato si fonda sulle Enhanced Forward Presence create dopo la l’invasione russa della Crimea nel 2014 per proteggere e rassicurare gli Stati membri dell’Europa centrale e settentrionale dell’Alleanza, in particolare quelli del Baltico. Dopo l’invasione dell’Ucraina Gli EFP stati potenziati con l’invio di nuove truppe e armamenti.

SCENARI

In questi giorni molti analisti hanno fatto delle ipotesi sulla possibilità che Mosca possa invadere o meno i Paesi Baltici; se e ciò accadesse questi sarebbero territorialmente tagliati fuori dal resto della Nato. Tuttavia, l’adesione di Finlandia e Svezia alla Nato potrebbe modificare significativamente lo status del corridoio di Swualki.

In una recente intervista alla Radio Televisione Lituana, il massimo comandante militare dell’Estonia, il tenente generale Martin Herem, ha affermato che se  la Russia “blocca il mio Suwalki, io [la Nato] blocco il tuo Golfo di Finlandia [alla Russia]”. Ha poi aggiunto: “Il corridoio di Suwalki non è solo un nostro problema. L’anno prossimo avremo le capacità per causare un dilemma strategico per la Russia. Potremmo chiudere la linea di comunicazione del Mar Baltico tra l’exclave di Kaliningrad e San Pietroburgo, e quindi del corridoio di Suwalki ne hanno più bisogno” i russi.

CYBER ATTACCO LITUANIA

Ma una risposta da Mosca è arrivata, non fisicamente ma virtualmente. Il 27 giugno Vilnius è stata colpita da un cyber attacco di tipo Ddos che ha preso di mira i siti web di istituzioni pubbliche e private in tutto il Paese, rivendicato dal gruppo filorusso “Killnet / Legion” come ritorsione per i limiti imposti al transito di alcune merci verso l’exclave russa di Kaliningrad.  Secondo il Centro nazionale per la sicurezza informatica del paese baltico, gli attacchi “verosimilmente” avrebbero avuto origine dalla Russia: “È probabile che attacchi di simile o maggiore intensità continueranno nei prossimi giorni, specie nei settori del trasporto, dell’energia e della finanza”, fa sapere il Centro.

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