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Cosco sbarca ad Amburgo? Scholz europeizza i timori cinesi

Il governo tedesco chiama in campo la Commissione e gli altri Stati per decidere sull’accordo che porterebbe il colosso di Pechino a possedere il 35% delle quote di uno dei terminal principali del porto. Riflettori puntati su Berlino, anche da Roma. Ecco perché

Il governo tedesco guidato da Olaf Scholz sta cercando di “europeizzare” l’approvazione dell’accordo che porterebbe il colosso del trasporto Cosco Shipping, società controllata dallo Stato cinese, a possedere il 35% delle quote di uno dei principali terminal del porto di Amburgo, il terzo più grande d’Europa. È quanto racconta Noah Barkin, senior visiting fellow al German Marshall Fund e managing editor di Rhodium Group.

Il governo di Scholz, già sindaco di Amburgo, ha tempo fino a settembre per decidere se approvare l’intesa, spiega. La notizia dell’offerta di Cosco per 100 milioni di euro è emersa un anno fa: il governo di Angela Merkel era pronto a dare il via libera ma alla fine non ce l’ha fatta in quanto l’operazione non è stata finalizzata in tempo. Ora l’accordo è pronto. “Ma il semaforo verde è diventato giallo”, scrive Barkin. “Tra non molto potrebbe diventare rosso”.

Così il governo Scholz ha europeizzato il processo di approvazione dell’accordo, coinvolgendo la Commissione europea e altri Stati membri attraverso il meccanismo di screening degli investimenti dell’Unione. I pareri emessi dalla Commissione non sono vincolanti, ma a prescindere dalla posizione europea, i ministeri tedeschi degli Esteri, dell’Economia e dei Trasporti sono contrari all’approvazione dell’intesa, riporta Barkin. “Non si tratta solo di una partecipazione dei cinesi in un porto tedesco”, ha detto un funzionario. “Questo accordo deve essere visto in un’ottica europea più ampia, e quando lo si fa ci sono molte ragioni per considerarlo con scetticismo”.

Sottolineando che le società cinesi controllano già circa il 10% del traffico marittimo attraverso i porti europei (con partecipazioni di maggioranza nel porto greco del Pireo e in quelli spagnoli di Valencia e Bilbao, oltre a quote negli scali di Rotterdam nei Paesi Bassi e Vado in Italia), gli analisti del Merics hanno spiegato i rischi per la sicurezza: “Cosco compete su un campo di gioco impari con il sostegno dello Stato cinese e la sua posizione dominante sul mercato è un potenziale strumento geopolitico per Pechino”.

Riflettori puntati, dunque, su Berlino. La decisione sull’affare dirà molto sulla volontà tedesca di mettere da parte il mercantilismo dell’era Merkel. Nelle scorse settimane Scholz ha dato un primo segnale in questa direzione: ha scelto come tappa del suo primo viaggio in Asia da cancelliere il Giappone una novità rispetto alle visite in Cina di chi l’ha preceduto. Ora è atteso a una decisione.

Molti le capitali che aspettano di conoscerla. Tra queste, anche Roma. Infatti, l’accordo potrebbe avere un impatto sul ruolo del porto Trieste, dove la compagnia di logistica Hamburger Hafen und Logistik AG, partecipata dall’ente amministrativo federale della città tedesca di Amburgo, ha acquisito il 50,01% della Piattaforma logistica.

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