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L’Internazionale draghista. Ecco tutti gli endorsement per il premier

Non solo appelli nazionali e risalita nei sondaggi: da Biden, Metsola, Sanchez e Breton, molte le voci istituzionali che hanno espresso il loro appoggio a Mario Draghi e alla sua leadership italiana ed europea in questo momento di crisi

Manca un giorno e sapremo le sorti del governo. Alla vigilia delle comunicazioni del premier al Senato, seguite dal voto di fiducia, le trattative fra i partiti sono ancora fitte.

Enrico Letta, leader del Pd ha parlato con Mario Draghi a Palazzo Chigi, che poi è stato ricevuto al Quirinale da Mattarella, Salvini e i suoi parlamentari si incontrano anche oggi, i Cinque Stelle sono ancora in pieno travaglio. Ma ben 1600 sindaci hanno firmato un appello promosso da Nardella affinché il premier non lasci, appello che anche 250 industriali hanno raccolto.

Come scrive l’economista Gianfranco Polillo, il plebiscito viene da fuori il Parlamento in Italia, ma anche dall’estero, con un pressing, come racconta Monica Guerzoni sul Corriere della Sera, da Usa e Ue.

Se è vero che i partiti non sono pronti a tutto per lui – come dimenticare che all’inizio dell’anno non lo hanno portato al Colle? – il Paese sembra schierato con Mario Draghi, ma anche molte istituzioni estere sono con lui. E non lo hanno affatto nascosto.

GLI ITALIANI E LA CRISI

Un sondaggio di Euromedia Research di Alessandra Ghisleri pubblicato oggi su La Stampa racconta con gli occhi degli italiani la crisi di governo. Il 66% ritiene si possa andare avanti con la legislatura anche senza i 5 Stelle, ma il dato più rilevante è che in questi giorni di confusione dell’esecutivo, il presidente del Consiglio ha guadagnato 4,5 punti percentuali (dal 47,8% al 52,3%) come indice di fiducia.

LE REAZIONI DI USA, UE E UCRAINA

Le voci dei leader non si sono fatte attendere ed è subito arrivata la mano tesa verso l’ex governatore della Bce dagli Stati Uniti. Joe Biden “ha un profondo rispetto per il primo ministro Draghi, quindi ovviamente segue molto da vicino lo svolgersi avanti e indietro a Roma”. Con queste parole il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha fatto sapere l’appoggio al premier del presidente Usa.

Ma anche le più alte cariche dell’Unione europea si sono fatte sentire. “Mario Draghi è un partner autorevole nel contesto europeo e internazionale. Il suo contributo in questo difficile momento storico è importante per l’Italia e la Ue”, ha scritto Frans Timmermans, vice presidente della commissione Ue su Twitter.

Chiarissimo anche il punto di vista di Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo: “Con la guerra contro l’Ucraina che imperversa nel nostro continente, l’aumento del costo della vita e la ripresa post Covid solo ai blocchi di partenza, abbiamo bisogno di stabilità politica in Europa. L’Italia è uno Stato membro importante e fondatore. Abbiamo bisogno che mantenga il suo ruolo di leadership all’interno dell’Unione europea, soprattutto in questi tempi difficili”.

Il commissario europeo per il Mercato interno Thierry Breton ha ribadito che “serve continuità di governo”. “Per gestire le crisi, la continuità è ciò di cui abbiamo bisogno, perché i momenti che abbiamo di fronte sono complicati e dovremo mostrare molta unità e solidarietà”.

Questa mattina Pedro Sanchez, primo ministro spagnolo, ha firmato un editoriale su Politico: “L’Europa ha bisogno di leader come Draghi”, in cui spiega che “le sue riflessioni intelligenti, creative e costruttive contribuiscono sempre a farci ottenere buoni risultati in un’atmosfera di consenso, tanto necessaria in questi tempi di crisi”.

Ma anche dall’Ucraina la situazione del nostro Paese è guardata con attenzione (come anche in Russia d’altronde). Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha twittato infatti: “Ho parlato con il mio omologo e amico Luigi Di Maio per ringraziare lui e l’intera grande squadra del premier Mario Draghi per aver sostenuto con fermezza l’Ucraina e aver dimostrato il ruolo di primo piano dell’Italia nella protezione dell’Europa dalle sfide economiche e di sicurezza poste dalla Russia”.

UNA CRISI CHE SPAVENTA

“Le dimissioni di Draghi annunciano una maggiore incertezza politica anche se venissero evitate le elezioni anticipate. Senza di lui il risanamento di bilancio è più difficile”, scrive questa mattina l’agenzia di rating Fitch.

Una crisi quindi che in molti, cittadini e istituzioni, ritengono un salto nel buio che l’Italia non si può permettere, con un autunno-inverno che si presenta difficile tra inflazione e scarse risorse energetiche.

L’appoggio però che viene dai leader non lascia indifferente il premier, anzi, come riporta Repubblica, “secondo indiscrezioni non confermate, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, e la numero uno della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, hanno scritto o sentito Draghi. Contatti ci sarebbero stati anche con l’amministrazione Usa”. I dossier da portare a termine sono molti e ora la parola spetta a Draghi e al Parlamento.


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