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Draghi bis e grillini alla porta. O per Ruggieri (FI) voto subito

Di Giulia Gigante

Le condizioni per un Draghi bis, l’inaffidabilità di Conte, i rischi e le possibilità che si celano dietro il voto anticipato, l’avanzata di Giorgia Meloni e il futuro del centrodestra. La versione di Andrea Ruggieri, giornalista e deputato di Forza Italia

La linea di forza Italia? “Vada avanti Draghi, ma senza i grillini tra i piedi. Altrimenti elezioni”. Lo spiega in una conversazione con Formiche.net, il deputato azzurro Andrea Ruggieri, proprio nel giorno in cui il presidente del Consiglio parlerà in Senato (qui la diretta).

Crisi di governo: solo colpa di Conte? Draghi ha sbagliato a sottovalutare le richieste del Movimento 5 Stelle come sostiene qualcuno all’interno del Pd?

Ma non ci sono richieste da parte del M5S. Ci sono solo capricci, una sfrenata ricerca finalizzata a logiche propagandistiche, e il tentativo patetico e illusorio di recuperare qualche voto.

E i nove punti presentati da Conte?

Sono semplici pensierini da quinta elementare. Ricordo a tutti che, per tre anni, Conte ha rivestito la carica di presidente del Consiglio, sostenuto da ogni partito del Parlamento (fuorché FdI e FI) e aveva tutto il tempo di concretizzare i punti che gli stanno tanto a cuore. Invece…niente. Per quanto riguarda Draghi, deve soltanto capire che non è un uomo liberissimo. Si è reso indispensabile in una fase cruciale proprio per porre rimedio ai danni provocati dal governo Conte, ma la sua libertà è fortemente limitata dalla sua grandezza.

Giorgia Meloni chiede il voto. Qual è la linea di Forza Italia?

Forza Italia è prontissima a organizzare una campagna elettorale che possa consentire al centrodestra di vincere, con un programma che preveda in primis l’abrogazione del reddito di cittadinanza. Ovviamente, il voto anticipato comporterebbe dei rischi, come ad esempio la finanziaria. Votare in autunno potrebbe significare fare una finanziaria non scritta interamente dal nuovo governo. E beccarsi una finanziaria fatta da altri è un controsenso! Per questo noi diciamo: vada avanti Draghi, ma senza i grillini tra i piedi. Altrimenti elezioni.

Mai più con il M5S. Su questo, Lega e FI sembrano irremovibili. Ma se il movimento dovesse subire un’ulteriore scissione (magari guidata dal capogruppo alla Camera Crippa che andrebbe a sostenere il governo) voi cosa fareste?

A quel punto esisterebbe solo il partito di Conte non più dei 5 Stelle. Il nodo è il seguente: questa roba potrebbe soddisfare le richieste di Forza Italia?

Se il governo Draghi dovesse ripartire non rischierebbe di farlo su basi più fragili delle attuali? Non crede che una permanenza “a tutti i costi” di Fi e Lega al governo gonfierebbe il consenso di Giorgia Meloni?

Io appartengo a quei parlamentari che non si strappano i capelli (che peraltro non ho più) per il fatto che Giorgia Meloni meritatamente sale nei sondaggi. Noi abbiamo fatto un atto non conveniente dal punto di vista elettorale rispondendo al richiamo di Mattarella. Perché all’indomani dei disastri collezionati dal Governo Conte (questo lo dico io, non Mattarella) risultava vitale uno sforzo di unità nazionale, rinunciando ad alcune pretese che rimandiamo alla campagna elettorale del 2023 e donando sangue per fare uscire l’Italia da dov’era. Dov’era l’Italia? L’Italia era a meno dieci percento di PIL, con tre milioni di posti di lavoro a rischio, senza un piano di vaccinazione. Queste erano le condizioni. Noi dovevamo decidere se metterci all’opposizione e rischiare di giocare la partita in campo o giocare la partita in campo pur rischiando di rimetterci qualcosa, ma guidati da un grande uomo. Noi abbiamo scelto la seconda via. Il risultato? L’Italia ha fatto più sei e mezzo di Pil, abbiamo salvato quei tre milioni di posti di lavoro e abbiamo lanciato un grande piano di vaccinazione. Acta non verba.


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