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Le interferenze russe (e non solo) ci sono. Il messaggio di Draghi

“Davanti a chi vuole provare a sedurci con il suo modello autoritario, dobbiamo rispondere con la forza dei valori europei”, ha detto il presidente del Consiglio al Senato. Parole che rivelano una certezza e contengono due avvertimenti. Ecco quali

E dobbiamo aumentare gli sforzi per combattere le interferenze da parte della Russia e delle altre autocrazie nella nostra politica, nella nostra società.

L’Italia è un Paese libero e democratico.

Davanti a chi vuole provare a sedurci con il suo modello autoritario, dobbiamo rispondere con la forza dei valori europei.

Queste parole pronunciate al Senato dal presidente del Consiglio in un discorso in cui la sicurezza nazionale, anche sul lato energetico, ha avuto un peso importante, evidenziano una certezza nella mente di Mario Draghi e allo stesso tempo contengono un messaggio interno e uno esterno.

Il fatto che servano sforzi per “combattere le interferenze” suggerisce, infatti, che queste non siano soltanto un’ipotesi ma che anzi siamo questione attuale. Oggi più che mai forse. D’altronde, come evidenziamo ieri su Formiche.net, da Russia e Cina è stato forte e netto il coro opposto a quel “Draghi resta” alzatosi da più parti in Italia.

Facendo eco alle parole del presidente statunitense Joe Biden che spesso evoca lo scontro tra modelli (democrazie contro autocrazie), Draghi ha poi lanciato un avvenimento ai partiti. Al Movimento 5 stelle di Giuseppe Conte, certo. Ma non soltanto. Anzi, sarebbe quasi scontato. I destinatari principali di quel messaggio sono stati la Lega di Matteo Salvini e Forza Italia di Silvio Berlusconi, per ragioni e con modi diversi in qualche modo legati alla Russia di Vladimir Putin.

Allo stesso modo c’è, infine, un messaggio inviato all’esterno, ai Paesi alleati ma anche a quelli rivali. Quello del ritorno dell’Italia sui binari dell’europeismo e dell’atlantismo, che Draghi ha dichiarato già nel suo insediamento un anno e mezzo fa.

Binari da cui l’Italia non vuole tornare indietro. Almeno quella di Draghi.


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