Yuriy Voronov era un uomo d’affari legato a Gazprom. È l’ennesimo defunto legato alla compagnia petrolifera trovato quest’anno, tra strane ipotesi e accuse
Yuriy Voronov era un noto uomo d’affari in Russia. È stato trovato senza vita nella piscina della sua villa a pochi chilometri fuori da San Pietroburgo. Secondo le prime ricostruzioni diffuse dal quotidiano Daily Mail e l’agenzia ucraina Unian, sarebbe stato ucciso a colpi di pistola ieri. Il corpo galleggiava in acqua e vicino al cadavere è stata trovata l’arma. Le telecamere di sicurezza non hanno mostrato l’entrata di estranei.
Voronov aveva 61 anni ed era alla guida di una società di logistica che forniva servizi alla petrolifera russa Gazprom nell’Artico. La polizia russa, che ha iniziato le indagini, valuta l’ipotesi di una “disputa con partner commerciali” finita in tragedia. La moglie ha dichiarato che l’imprenditore aveva il sospetto di essere stato truffato dai suoi soci e alcuni clienti.
Quella di Voronov è l’ennesima morte sospetta di un uomo russo, legato direttamente o indirettamente a Gazprom. È il terzo cadavere trovato nella stessa zona a San Pietroburgo e, come gli altri, si presenta come un omicidio che non scarta la possibilità di suicidio.
A fine gennaio, Leonid Shulman, alto dirigente di Gazprom, è stato trovato morto nel bagno della sua casa a Leninsky, vicino Leningrado, con fatali pugnalate. Era capo di trasporto di Gazprom Invest e l’agenzia statale russa RIA Novosti ha riferito che è stato trovata una nota di addio vicino al corpo.
Nello stesso paesino, a febbraio, è stato trovato impiccato nel suo garage Alexander Tyulakov, anche lui alto funzionario di Gazprom. Anche in questo caso le autorità hanno parlato di suicidio, ma il quotidiano indipendente russo Novaya Gazeta sostiene che sul corpo c’erano diversi segni di ferite e lividi.
A fine febbraio l’oligarca, Mikhail Watford, magnate dell’energia, è stato trovato morto nella sua casa a Surrey, nel Regno Unito. La polizia locale ha spiegato all’emittente Cnn che sono ancora in corso le indagini sul caso e che il 29 luglio sarà presentato un rapporto finale.
A marzo il miliardario Vasily Melnikov e la famiglia sono stati trovati morti nella loro casa a Nizhny Novgorod. Era proprietario di una impresa di forniture mediche chiamata MedStom. Secondo il quotidiano russo Kommersant, non ci sono indizi che nell’abitazione sia entrato qualcuno, per cui si valuta la possibilità che Melnikov abbia ucciso i figli per poi suicidarsi.
Ad aprile, sono stati trovati morti Vladislav Avayev, ex vicepresidente di Gazprombank ed ex funzionario del Cremlino, insieme alla moglie e la figlia di 13 anni. L’agenzia statale russa Tass ha scritto che il caso sembra un presunto omicidio-suicidio, ma gli amici di Avayev non credono a questa versione e hanno dichiarato che l’uomo aveva informazione su alcuni segreti finanziari.
Anche Sergey Protosenya, ex presidente dell’azienda del gas Novotek, con un patrimonio di circa 400 milioni di euro, è stato trovato impiccato nel giardino della sua villa fuori Barcellona, Spagna. A pochi metri i corpi della moglie e la figlia. Secondo il figlio, che si trovata in Francia, è impossibile che ad ucciderle sia stato lui.
Andrei Krukowski, manager di un resort alpino di Gazprom, a maggio sarebbe morto cadendo dalla scogliera a Sochi, mentre Yevgeny Palant, imprenditore del settore di telefonia mobile, è stato trovato morto insieme alla moglie.
La storia più strana? Quella del miliardario Alexander Subbotin, ex alto dirigente dell’impresa di energia Lukoil, trovato morto a maggio. Avrebbe seguito i consigli di uno sciamano e per questo sarebbe morto per un infarto dopo avere ingerito veleno di rospo.