In ognuno dei mondi digitali, i due leader ottengono risultati diversi. Su Twitter sono appaiati, su Facebook Conte raccoglie i frutti della sua maggiore popolarità costruita negli anni a Palazzo Chigi con Casalino, mentre sui siti di notizie è l’ex presidente della Bce a conquistare più consensi. L’analisi di Domenico Giordano di Arcadia
Il sentiment nei confronti di Giuseppe Conte, da un lato, e del premier Mario Draghi, dall’altro, in assoluto i due grandi protagonisti di questa caldissima estate della politica italiana, sembra premiare entrambi, seppur con valori molto più bassi rispetto alla media degli ultimi mesi e, aspetto ancora più interessante, con dei diversi saldi positivi e negativi ogni qualvolta l’ascolto passa da una piattaforma all’altra.
Il confronto non è improprio perché è pur vero che Mario Draghi a dispetto al suo predecessore non ha mai attivato dei canali personali, ma considerando che la chiave di ricerca è nominativa è che gli account istituzionali di @PalazzoChigi sono abbastanza attivi, il confronto conserva una sua fondatezza.
Partiamo da Twitter, anche perché tra le tre maggiori piattaforme social è quella che presenta un saldo a somma zero tra i due leader. Da lunedì 11 luglio a questa mattina (prima che iniziassero i problemi di connessione) il mood manifestato nei tweet raccolti dal parlato sulle due keyword di ricerca presenta gli stessi identici risultati. Per entrambi, il mood è positivo al 22%. Così come anche le quote di engagement su Twitter conservano un rapporto di forza alquanto omogeneo, con Conte al 53,39% e Draghi al 46,61%. Che Twitter sia un ambiente digitale diverso quando si parla di contenuti politici rispetto alle due altre piattaforme social trova una seconda conferma anche analizzando il parlando con un’altra suite d’ascolto, Talkwalker, che ci restituisce dei dati abbastanza sovrapponibili con questi ottenuti da Blogmeter.
Infatti, gli insight di Talkwalker, dal 12 al 13 luglio, ci fotografano un atteggiamento in cui il parlato “positivo” del sentiment conserva le stesse dimensioni: Giuseppe Conte ha un valore positivo del 3,3% e Mario Draghi del 2,9%.
Nel trasloco da Twitter a Facebook, invece, oltre a crescere il volume quantitativo delle discussioni, si allarga, potremmo dire inevitabilmente, anche la forbice dell’atteggiamento degli utenti, proprio perché cambia “pelle” il pubblico che popola la piattaforma.
Infatti, sull’ammiraglia di Meta, l’ago del mood comparato vira decisamente sul Presidente del Movimento 5 Stelle che, sempre da lunedì 11 luglio, riesce a ottenere una apertura di credito da poco meno del 40% degli utenti che si sono relazionati con le chiavi di ricerca. Mentre il sentiment nei confronti del presidente del Consiglio, resta sulle percentuali già viste su Twitter ovvero fermo al 20%.
Anche su Instagram è Giuseppe Conte, con il 21%, a ritagliarsi la fetta maggiore di sentiment positivo rispetto a Mario Draghi, che arriva al 15%, seppur decisamente con valori molto più contenuti, anche perché Instagram pur conservando rispetto agli altri due canali una maggior capacità di engagement sul tema politico, necessità però anche di contenuti che hanno una carica di drammatizzazione abbastanza bassa.
Infine, l’unico territorio digitale dove il presidente del Consiglio riesce a staccare Giuseppe Conte – anche in questo caso potremmo dire, inevitabilmente – nella conta dei commenti positivi, è quello dei siti di news e di informazione. Con un lieve vantaggio, due punti percentuali, se confiniamo la nostra osservazione al parlato espresso su questi canali, Giuseppe Conte fa segnare un mood positivo al 16% mentre Mario Draghi dall’11 al 14 luglio riesce a ottenere un sentiment positivo del 18%.