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Stop alla produzione di Jeep in Cina, Stellantis divorzia da Gac

Stellantis Jeep

Dopo mesi di rallentamenti e anni di perdite, il gruppo occidentale opta per terminare la collaborazione con il socio cinese che avrebbe portato a produrre le Jeep in Cina. Le borse premiano la mossa: +1,6%. Si concretizza anche l’ipotesi dell’allontanamento di Dongfeng Motor

Niente più Jeep prodotte in Cina. D’accordo con il socio cinese Dongfeng Motor, Stellantis ha deciso di terminare la propria joint venture con Guangzhou Automobile Group (Gac), di proprietà dello Stato cinese. L’annuncio è stato dato lunedì mattina, prima dell’apertura dei mercati, che hanno risposto positivamente; in mattinata il titolo del gruppo guidato da Carlos Tavares ha segnato un aumento dell’1,6%.

L’obiettivo principale della joint venture tra Gac e Stellantis, nata nel 2010, era appunto produrre modelli di Jeep nello stabilimento di Changsha. Ma i risultati non sono stati rosei: il gruppo occidentale rappresenta meno dell’1% del mercato automobilistico cinese, la joint venture è in perdita da anni, e negli ultimi mesi i soci cinesi hanno chiuso tre fabbriche per eccesso di capacità.

Già a gennaio erano emerse difficoltà, quando le controparti cinesi (governo incluso) hanno frenato sulla volontà del socio occidentale di incrementare la partecipazione azionaria. A marzo Stellantis ci ha riprovato, proponendo di aumentare la propria quota dal 50 al 75%. Quel progetto ora è ufficialmente naufragato per “mancanza di progressi”, ha fatto sapere Stellantis, spiegando la ragione dell’uscita dalla joint venture con Gac.

Il gruppo occidentale ha comunicato che riconoscerà una svalutazione da 297 milioni di euro nei risultati del primo semestre del 2022. Assieme a Gac procederà alla “ordinata cessazione della produzione locale di Jeep”, mentre da parte sua si concentrerà sul rafforzare l’importazione di modelli elettrici.

Stellantis sta rallentando anche sulla collaborazione con Dongfeng, che possiede 99,2 milioni di azioni ordinarie della multinazionale occidentale – pari al 3,16% del capitale sociale. Venerdì sera il gruppo ha annunciato di aver trovato un accordo con il socio cinese per riacquistare le azioni, tutte o in parte. Si confermano così le indiscrezioni riguardo alla volontà del gruppo cinese di uscire dalla collaborazione, scrive Il Sole 24 Ore, ricordando che Dongfeng aveva già ceduto 36,1 milioni di titoli nel 2019.

Sia nel piano da qui al 2030, presentato a marzo, che nel comunicato stampa di lunedì mattina, Stellantis ha parlato di una strategia “asset-light” per il mercato cinese. Meno proprietà, più importazioni. Mediante la semplificazione della struttura aziendale, l’amministrazione di Tavares mira a raggiungere un fatturato cinese da 20 miliardi di euro entro fine decennio – un salto immenso rispetto ai 3.9 entrati nel 2021 da Cina, India e l’area indopacifica.

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