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Una costellazione satellitare per tracciare missili ipersonici. La nuova iniziativa Usa

L’Agenzia per lo sviluppo spaziale del Pentagono ha assegnato a L3Harris e Northrop Grumman un contratto complessivo da 1,3 miliardi di dollari per la fornitura di prototipi di satelliti in grado di tracciare missili ipersonici in volo, una risposta alla minaccia crescente di queste armi

Via libera del Pentagono per lo sviluppo di satelliti che traccino i missili ipersonici. È quanto stabilito dal Dipartimento della Difesa Usa che ha stanziato un valore complessivo di 1,3 miliardi di dollari per il progetto che vede coinvolte L3Harris e Northrop Grumman nella realizzazione di una costellazione satellitare che sia in grado di rilevare, identificare e colpire missili e altre minacce, comprese quelle ipersoniche. “Russia e Cina in particolare hanno sviluppato e collaudato veicoli plananti a velocità ipersonica. Si tratta di missili estremamente manovrabili, e questi satelliti sono specificatamente progettati per far fronte a questa nuova generazione di minacce”, ha spiegato Derek Tournear, direttore della Space development agency (Sda) incaricata di mettere in campo nuove capacità satellitari.

Gli accordi

Dopo aver pubblicato il bando Tranche 1 tracking layer a marzo e sette diverse proposte ricevute, l’accordo stretto con L3Harris ammonta a settecento milioni di dollari, circa cinquanta milioni a satellite e relativo pacchetto di servizi, mentre quello con Northrop Grumman vale circa 617 milioni di dollari. “Lo scopo principale di questo contratto è quello di fornire al Dipartimento e alla nazione una capacità di allarme e tracciamento missilistico per le minacce missilistiche avanzate e di fornirla il più rapidamente possibile”, ha dichiarato Tournear ai giornalisti. Ognuna delle due aziende, secondo quanto dichiarato dall’Agenzia per lo sviluppo spaziale, produrrà 14 satelliti prototipo (per un totale di 28) che entreranno a far parte dell’architettura spaziale della Difesa statunitense, con la promessa di riuscire a mantenere il passo con i missili ipersonici di prossima generazione grazie anche a tecnologie all’avanguardia.

Una costellazione satellitare a prova di ipersonico

Questo progetto risponde alla necessità di dotarsi di strumenti più all’avanguardia, dal momento che le attuali capacità di tracciamento dei missili sono ancora in gran parte progettate per lanciare l’allarme dopo aver rivelato un lancio nelle primissime fasi del volo, quasi all’accensione sulla rampa. Il nuovo modello di tracciamento invece funzionerà insieme alla rete di comunicazione a maglia dei satelliti in orbita bassa. Secondo quanto stabilito dagli accordi, il primo lancio è previsto per l’aprile 2025, a cui dovrebbero seguirne altri tre. I satelliti saranno posizionati in diversi punti dell’orbita, viaggiando da nord a sud su orbite polari, e saranno dotati di sensori a infrarossi persistenti. “I satelliti che lanceremo e metteremo in campo sono in grado di fornire un allarme completo e di tracciare i missili che potrebbero essere lanciati contro di noi in tutto il mondo “, ha spiegato ancora Tournear.

Proliferazione delle armi ipersoniche

Gli Usa puntano a mettere in campo un nuovo strumento con finalità di difesa a supporto della competizione strategica con Cina e Russia, con una speciale attenzione rivolta all’Indo-Pacifico. Inoltre, i missili vengono al giorno d’oggi sviluppati con la capacità di manovrare a velocità ipersoniche una volta in volo, il che rende più difficile a livello di tracciamento prevederne la traiettoria e l’atterraggio. “Storicamente, la nostra architettura è stata progettata in un ambiente molto benigno. In altre parole, un ambiente che non era affatto minacciato, mentre ora ci troviamo in un ambiente in cui lo spazio viene messo in discussione e si parla di spazio come dominio di guerra. Per questo motivo, abbiamo dovuto cambiare completamente il modo in cui realizziamo la nostra architettura spaziale. L’architettura spaziale ora è progettata per essere più resiliente, basata sulla proliferazione”, ha concluso il direttore dell’Agenzia per lo sviluppo spaziale. Con l’aumentare della competizione e delle contestazioni nelle orbite, è dunque cresciuta anche la necessità di nuovi approcci.



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