“È nel campo degli investimenti comuni nei settori di frontiera che si può giocare la partita del prossimo decennio: aerospazio, meccatronica, digitale, biotech, clean tech”, ha dichiarato Andrea Gumina, presidente dell’Associazione Amerigo
“Le banche italiane sono pronte a dare il loro contributo ai lavori del Tic, il Transatlantic Investment Committee, che può essere un foro importante per l’internalizzazione delle imprese”. A dichiararlo è Giovanni Sabatini, direttore generale dell’Abi, al convegno per il primo incontro di quello che sarà lo strumento per costruire una nuova area di competitività strategica tra l’Italia e gli Stati Uniti (membri fondatori: Associazione Amerigo, American Chamber of Commerce in Italy, Centro Studi Americani e Federmanager; sotto il patrocinio dell’ambasciata d’Italia a Washington e dell’ambasciata degli Stati Uniti a Roma). L’evento segue il lancio di ottobre, quando il ministro degli Esteri Luigi Di Maio aveva definito l’iniziativa come “un’importante piattaforma di confronto e collaborazione sulle opportunità di investimento, sempre più ampie e strategiche, tra Italia e Stati Uniti”.
Le banche italiane sono pronte a offrire il loro sostegno alle imprese ma “se le regole chiedono più capitale alle banche questo porta maggiore stabilità ma riduce il credito alle imprese, serve quindi un giusto bilanciamento”, ha spiegato Sabatini, secondo cui “adesso il primo obiettivo è rilanciare la crescita per evitare che il forte rallentamento diventi una recessione”.
“È nel campo degli investimenti comuni nei settori di frontiera che si può giocare la partita del prossimo decennio: aerospazio, meccatronica, digitale, biotech, clean tech”, ha dichiarato Andrea Gumina, presidente dell’Associazione Amerigo. Cinque i pilastri del lavoro del Tic: promozione di una fondazione transatlantica; ideazione e lancio di un fondo d’investimento transatlantico; strutturazione di uno spazio transatlantico di formazione e ricerca; promozione di un rapporto annuale con la collaborazione di Ispi e in prospettiva con l’Atlantic Council per le policy necessarie a sostenere gli investimenti; costruzione di un percorso di business-matching tra le eccellenze produttive transatlantiche.
La costruzione di una nuova area di competitività strategica tra Italia e Stati Uniti, nel quadro del più ampio contesto di cooperazione euroatlantica che si è messo in moto sotto gli auspici del Trade and Technology Council, rappresenta una priorità ma anche un’opportunità geo-politica da cogliere per il nostro Paese.
Dobbiamo “potenziare la robustezza delle nostre catene del valore accorciandole” ma allo stesso tempo “garantire la loro resilienza grazie a una diversificazione dei mercati esteri sia dell’export sia dell’approvvigionamento delle materie prima”, ha dichiarato Mariangela Zappia, ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti. Christina Tomlinson, ministro consigliere per gli Affari pubblici dell’ambasciata degli Stati Uniti in Italia, ha ricordato che la compattezza “senza precedenti” mostrata dall’Occidente davanti alla “brutale” invasione dell’Ucraina da parte della Russia e le sfide della globalizzazione dimostrate anche dalla pandemia Covid-19. “Abbiamo un impegno condiviso verso i mercati aperti e competitivi”, ha evidenziato ancora mettendo in guardia da situazioni anti-competitive proprie delle autocrazie.
“Le controversie commerciali degli ultimi anni hanno forse, per alcuni, offuscato l’imprescindibilità del legame tra l’Italia e gli Stati Uniti”, ha dichiarato Francesca Mariotti, direttore generale di Confindustria, “ma le imprese non hanno mai smesso di cercare condizioni ideali di sviluppo perché il legame tra i due Paesi, per le imprese, è imprescindibile, noi ci crediamo”.
Parlando di sicurezza, l’ambasciatore Giampiero Massolo ha sottolineato l’importanza di “incorporare nel concetto di creazione del valore anche il concetto di sicurezza”, cioè che “non necessariamente questo valore si può produrre a scapito della sicurezza”. Per questo, si cercano sinergie con gli alleati, ha spiegato con parole che ai presenti hanno riportato alla mente questioni cruciali come il 5G.
“Il Transatlantic Investment Commitee, che abbiamo costituito insieme ad Associazione Amerigo, American Chamber of Commerce in Italy e Centro Studi Americani – ha dichiarato il presidente di Federmanager e Cida, Stefano Cuzzilla – è una piattaforma strategica per raccordare le migliori competenze manageriali con l’obiettivo di favorire un proficuo dialogo transatlantico sui temi al centro dell’agenda mondiale: competitività industriale, transizione ecologica, innovazione e politiche di crescita che rispondano alle attuali emergenze. Siamo quindi orgogliosi di aver promosso questo primo meeting annuale per programmare le prossime linee di azione del TIC”.
Con il suo primo Italian Meeting, il Transatlantic Investment Committee avvia, dopo la riunione inaugurale di ottobre 2021, una riflessione che intende coinvolgere il mondo industriale, finanziario, la dirigenza e tutte le forze politiche italiane. Gli esiti della riunione saranno posti alla base dello sviluppo del ragionamento nei prossimi appuntamenti programma dal TIC a Bruxelles (28 settembre) e Washington DC (28 ottobre), occasione nella quale verrà presentato il primo Rapporto di Policy TIC – Ispi ed estesa tale riflessione ai principali partner statunitensi.