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Meno Biden e più partigiani. Come cambia l’agenda elettorale del Pd

Calenda cancella l’accordo con i dem, che rimangono con Verdi e Sinistra Italiana, partiti orgogliosamente anti Draghi. Una svolta, comunicativa e non soltanto, che rappresenta una novità per questa campagna elettorale segnata dalle ombre russe sulla caduta del governo

Esiste l’Agenda Draghi? Ne è il Partito democratico il custode? Quanto essa corrisponde alla rotta indicata da Mario Draghi in politica estera, specie alla luce delle ombre russe recentemente rilanciate a livello internazionale anche dal Financial Times?

Secondo il suo presunto titolare “è fatta sostanzialmente di interventi, risposte, riforme”, “di risposte pronte ai problemi che si presentano”. È per ammissione dello stesso Draghi, dunque, che l’Agenda Draghi appare ben lontana da un programma politico. Giuliano Cazzola si è lanciato sulle pagine del sito Linkiesta in una versione non autorizzata della stessa, prendendo spunto dai discorsi pronunciati alle Camere in questo anno e mezzo dal presidente del Consiglio dimissionario. A partire dal primo, quello in cui aveva annunciato che il suo governo sarebbe stato “convintamente europeista e atlantista, in linea con gli ancoraggi storici dell’Italia: Unione europea, Alleanza Atlantica, Nazioni Unite”.

L’Agenda Draghi a cui avevano fatto riferimento tanto Enrico Letta quanto Carlo Calenda all’epoca – ormai sembra lontanissima – dell’accordo tra Partito democratico e Azione/+Europa partiva propria da lì. Cioè dall’euro-atlantismo orgogliosamente dichiarato e che sembrava essere un discrimine fondamentale. Ma dopo cinque giorni dalla stipula di quel patto, Calenda se n’è chiamato fuori. A fargli cambiare idea, ha spiegato, è stata l’aggiunta dei “pezzi stonati”, cioè l’accordo che Letta ha stretto con Impegno Civico di Luigi Di Maio e Bruno Tabacci ma soprattutto quello con Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni ed Europa Verde di Angelo Bonelli.

Per il segretario dem quest’ultima intesa è, anzi era, “completamente compatibile” con quanto negoziato con Azione/+Europa. È, e sembra destinata a rimanere, un patto in difesa della Costituzione. “La solitudine è penalizzante”, ha spiegato in conferenza stampa al Nazareno affiancato da Bonelli e Fratoianni. “Porterebbe a un parlamento a trazione delle destre. Noi non vogliamo questo. Noi vogliamo difendere la Costituzione repubblicana”.

È una svolta, almeno per il Partito democratico. Il passaggio dall’Agenda Draghi (di cui anche Di Maio è stato artefice da ministro degli Esteri) allo slogan della difesa della Costituzione rappresenta una novità per una campagna elettorale nata da una caduta del governo segnata da importanti interessamenti e ripercussioni internazionali. Il cleavage Joe Biden contro Vladimir Putin e Viktor Orbán ha lasciato spazio a quello tradizionale, tutto domestico, sinistra contro destra, costituzione contro “barbari”.

Un nuovo approccio che penalizza la politica estera a favore di quella interna. Che lega il Partito democratico a due forze apertamente ostili all’esecutivo guidato da Draghi e che in questi mesi non hanno tantomeno dimostrato l’atteggiamento cooperativo dell’opposizione rappresentata da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Senza dimenticare che, dopo i no all’aumento della spesa militare e alla consegna di armi all’Ucraina, Sinistra Italiana ha dichiarato la propria opposizione anche alla richiesta di adesione alla Nato di Svezia e Finlandia a seguito dell’invasione russa. Una scelta che neppure i partiti accusati di vicinanza alla Russia – il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, la Lega di Matteo Salvini e Forza Italia di Silvio Berlusconi – hanno fatto. Una mossa che ora sembra addirittura “giustificare” una nuova intesa tra il Partito democratico e un Movimento 5 Stelle che si presenta privo di Alessandro Di Battista e Virginia Raggi, ma con Chiara Appendino.

Il cambio di paradigma a cui è stato spinto Letta ha offerta uno spazio a Matteo Renzi. “Tra tante difficoltà, internazionali e domestiche, ora è il momento della Politica con la P maiuscola. Abbiamo una opportunità straordinaria”, il ramoscello d’ulivo del leader di Italia Viva a Calenda via Twitter con #TerzoPolo. Rimarranno loro due, forse assieme, a mantenere la politica estera al centro del loro programma e della loro campagna elettorale?


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