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La repubblicana più amata dai democratici perde contro Trump

Kamikaze o paracadutista che ancora non sa dove atterrare? La repubblica odiata dai trumpiani ha perso il seggio ma si prepara per una sfida più grande e decisiva. Chi è e cosa sta facendo la “Navalny americana” per i democratici Usa

Liz Cheney, la congressista repubblicana per il Wyoming, nota per essersi rivoltata contro l’ex presidente Donald Trump, ha perso le primarie del Partito Repubblicano per ricandidarsi a novembre.

Secondo le prime proiezioni dei media americani, Cheney ha perso con un margine di 30 punti percentuali contro la candidata sostenuta da Trump, Harriet Hageman. “Avrei potuto vincere queste elezioni facilmente se avessi accettato la bugia del presidente Trump sulle elezioni del 2020 – ha dichiarato Cheney -. Ma questo avrebbe comportato permettere di smontare il sistema democratico e attaccare i fondamenti della nostra repubblica. Era un cammino che non avrei potuto proseguire”.

“Quel 6 gennaio – ha aggiunto – ho promesso che da quel giorno avrei fatto di tutto per impedire il ritorno di Trump nello studio ovale. Facevo sul serio: così è stato finora e continuerà ad essere”.  Per Cheney l’impegno vero è appena iniziato, perché non si fermerà per lottare pubblica e privatamente contro l’influenza di Trump nel Partito Repubblicano.

La newsletter “Playbook” di Politico riferisce le dichiarazioni in esclusiva del portavoce di Cheney, Jeremy Adler: “Nelle prossime settimane, Liz lancerà un’organizzazione per educare il popolo americano sulla minaccia in corso alla nostra Repubblica e per mobilitare uno sforzo unificato per opporsi a qualsiasi campagna presidenziale di Donald Trump”. La nuova organizzazione, che fungerà da principale veicolo politico della repubblicana, non ha ancora un nome ufficiale, ma tra le ipotesi al tavolo c’è The Great Task, l’ultimo annuncio della campagna di Cheney.

Nata a Madison, Wisconsin, nel 1966, Cheney è una dei due repubblicani che fanno parte del Comitato del Congresso per le indagini sull’Assalto al Campidoglio degli Stati Uniti il 6 gennaio del 2021. Il comitato, composto prevalentemente da democratici, ha dato grande protagonismo alla partecipazione della repubblicana, aumentando la visibilità a livello nazionale e scatenando al tempo stesso l’ira dei sostenitori di Trump.

Lo stesso ex presidente, infatti, è stato tra i primi a commentare la sconfitta di Cheney: “Grazie Wyoming: Liz Cheney ora può finalmente scomparire negli abissi dell’oblio politico dove, sono sicuro, sarà molto più felice di quanto non lo sia ora. Dovrebbe vergognarsi di sé stessa, del modo in cui si è comportata e delle sue parole e azioni spocchiose e bigotte”.

Il Wyoming è uno stato con pochi abitanti e una forte tendenza conservatrice. Nelle presidenziali del 2020, Trump ha avuto il voto di sette cittadini su 10 e un vantaggio di 43 punti percentuali su Joe Biden.

Cheney è figlia dell’ex vicepresidente Dick Cheney, al governo con George W. Bush, ed è sempre stata ferrea repubblicana. Ora però sembra essere diventata la paladina dei democratici americani. Secondo il sito The Hill, l’attore Alec Baldwin – democratico di lunga data – la considera la “Alexey Navalny della attuale cultura politica” degli Stati Uniti. Nel podcast “The Chris Cuomo Project”, Baldwin ha detto: “Dov’è l’uomo o la donna che è disposto a auto immolarsi per principio? Sei disposto a porre fine alla tua carriera per principio […] E ne abbiamo uno oggi. Ne abbiamo uno, che è il Navalny della nostra attuale cultura politica, ed è Liz Cheney”.

Per l’attore, il padre di Cheney era “il cattivo su una locandina di un film”. La figlia invece si sta dimostrando “una persona che considererei sicuramente un’ottima candidata per qualche nomina politica”, ha sottolineato Baldwin. “Se sei un liberale con un paio di palle, ti odiano”, ha aggiunto.

Secondo Politico ci sono due modi per interpretare la mossa di Cheney che l’ha portata alla sconfitta: uno dei modi è come un atto basato su una colpa in cui ha perso il suo bene politico più pregiato, il seggio. L’altro, è che ha calcolato che una piattaforma nazionale e un’enorme base di raccolta fondi costruita attorno alla sua opposizione senza paura e senza compromessi a Trump è politicamente molto più preziosa: “È un modo più moderno di intendere il potere politico in cui l’attenzione è la moneta del regno […] Quindi, piuttosto che una missione kamikaze, la sua perdita principale potrebbe essere stata più come il paracadutismo da un aereo che era sopravvissuto alla sua utilità. Il suo grande compito ora è capire dove atterrare”.

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