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Taiwan va in soccorso dei dissidenti di Hong Kong

Il governo di Taipei faciliterà la procedura per la cittadinanza e la residenza permanente alle persone che fuggono dal totalitarismo cinese

Taiwan ha deciso di tendere una mano a Hong Kong. Il governo ha adottato una serie di misure che permetteranno ai richiedenti asilo provenienti dall’ex colonia britannica, e con almeno cinque anni sul territorio taiwanese, di avere la cittadinanza molto più velocemente e con meno requisiti burocratici.

Secondo l’agenzia Focus Taiwan, questa iniziativa vuole sostenere specialmente ai cittadini di Hong Kong che sono arrivati dopo l’entrata in vigore della legge di sicurezza nazionale di Cina e per l’aiuto umanitario del governo di Taipei ad agosto del 2022.

Più di un centinaio di persone hanno chiesto asilo a Taiwan facendo appello a questa nuova norma che cerca di depenalizzare l’arrivo illegale dei richiedenti asilo. Sebbene non esista ancora un programma dedicato ai rifugiati, questa misura ha come obiettivo aiutare chi cerca di fuggire al totalitarismo e la repressione.

Con questa nuova norma, i richiedenti asilo che lavorano a Taiwan possono chiedere la residenza permanente e, successivamente la cittadinanza, dimostrando che hanno lavorato cinque anni nell’isola.

Inoltre, sarà più accessibile la concessione della residenza. Tra i requisiti sarà necessario però che lo stipendio del richiedente sia di almeno 1,5 volte superiore allo stipendio minimo.

A luglio, Su Tseng-chang, primo ministro di Taiwan, ha rilasciato una dichiarazione in cui denuncia la mancanza di libertà e democrazia a Hong Kong: “Basta vedere il doloro delle persone per capire se Hong Kong sta meglio o peggio […] Sono trascorsi 25 anni, e nel passato, la promessa era di 50 anni senza cambiamenti […] La libertà e la democrazia sono spariti”.

Intanto, in mezzo alle tensioni per l’arrivo di Nancy Pelosi, speaker democratica della Camera dei Rappresentanti degli Stati, il governo di Pechino ha avvertito che l’Esercito Popolare di Liberazione cinese “non starà mai a guardare” la visita. Zhao Lijian, portavoce del ministero degli Esteri della Cina, ha ribadito che si prenderanno “sicuramente contromisure decise e forti per difendere la propria sovranità e integrità territoriale”.

Ha aggiunto che gli Usa dovrebbero rispettare i tre comunicati congiunti su cui sono state stabilite le relazioni diplomatiche tra Washington e Pechino, mantenere “la promessa del presidente Biden, di non sostenere l’indipendenza di Taiwan e non permettere l’organizzazione della visita di Pelosi a Taiwan”.

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