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La minaccia nucleare e l’inaffidabilità di Putin. Parla Klain (Atlantic Council)

Si lavora per una visita alla centrale nucleare dell’Aiea ma i bombardamenti russi non si fermano e Mosca litiga con Parigi sulla telefonata Lavrov-Colonna. Per l’esperto dell’Eurasia Center qualsiasi accordo sarebbe importante per evitare una catastrofe nucleare ed eliminare un’arma con cui il Cremlino minaccia il mondo

Qualsiasi accordo sulla centrale di Zaporizhzhia “sarebbe importante per evitare una catastrofe nucleare e per eliminare un elemento che [Vladimir] Putin ha usato come minaccia nucleare contro il mondo”. È quanto spiega Doug Klain, assistant director presso l’Eurasia Center dell’Atlantic Council, a Formiche.net. Tuttavia, prosegue l’esperto, “la Russia si è dimostrata un attore inaffidabile durante tutta questa guerra, non rispettando un accordo dopo l’altro e mentendo al mondo per ottenere un vantaggio sull’Ucraina. Le uniche volte in cui la Russia ha abbassato i toni sono state quando è stata sfidata e costretta a fare marcia indietro. Al momento, la strada più chiara per la pace è quella di dare all’Ucraina le armi di cui ha bisogno per vincere”, aggiunge.

Intorno alle 4 locali (le 3 in Italia) del giorno in cui l’Ucraina festeggia l’indipendenza dall’Unione sovietica proclamata nel 1991 e in cui ricorrono i sei mesi dall’inizio dell’invasione della Russia, l’esercito agli ordini di Mosca ha colpito alcune infrastrutture a Zaporizhzhia. Oleksandr Starukh, governatore regionale, ha riferito che le forze russe hanno lanciato razzi sul quartiere centrale di Shevchenkivskyi della città. Un dipendente della centrale e il suo autista sono rimasti uccisi nell’esplosione di un colpo di mortaio all’esterno dell’impianto, ha dichiarato Petro Kotin, presidente dell’azienda nucleare statale ucraina Energoatom, in un’intervista al Washington Post, sottolineando la pericolosità della situazione.

“Auspico che si intraprendano passi concreti per mettere fine alla guerra e scongiurare il rischio di una disastro nucleare a Zaporizhzhia”, ha detto papa Francesco al termine dell’udienza generale di oggi ricordando i sei messi dallo scoppio della guerra in Ucraina. Parole riprese anche dal presidente del Consiglio Mario Draghi durante il suo intervento al Meeting di Rimini.

Nei giorni scorsi il presidente francese Emmanuel Macron ha avuto un colloquio con l’omologo russo sottolineando come i bombardamenti sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia – che i russi imputano a Kiev – rappresentino un rischio di una “catastrofe su larga scala”. I due leader hanno sottolineato l’importanza di inviare una missione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica per controllare la situazione alla centrale nucleare. Dopo questo contatto, martedì ce n’è stato un altro tra Parigi e Mosca. Catherine Colonna, ministra dell’Europa e degli Affari esteri, ha avuto un colloquio telefonico con l’omologo russo Sergej Lavrov.

La missione “dovrebbe svolgersi nei prossimi giorni se i negoziati in corso avranno successo”, ha spiegato Rafael Mariano Grossi, direttore generale dell’Agenzia, dopo i contatti politico-diplomatici. A capo della missione dovrebbe esserci lo stesso Grossi. Le Nazioni Unite hanno stabilito di avere “la capacità logistica e di sicurezza in Ucraina per supportare qualsiasi missione” presso lo stabilimento Zaporizhzhia, “a condizione che Ucraina e Russia siano d’accordo”, ha dichiarato Rosemary DiCarlo, sottosegretario delle Nazioni Unite per gli affari politici e il consolidamento della pace. I preparativi per la missione stanno procedendo, ha assicurato. Una visita potrebbe contribuire a ridurre le tensioni, ha detto Ibrahim Kalin, portavoce del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in un’intervista alla Cnn. “Nessuno, inclusa la Russia, vuole un disastro nucleare”, ha aggiunto.

Come evidenziato da Klain, l’affidabilità della Russia è un punto interrogativo. E una preoccupazione anche per Mosca. Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo ha accusato la Francia di aver tentato di “distorcere i dettagli della conversazione telefonica” tra Lavrov e Colonna sulla centrale di Zaporizhzhia. “È stata presentata in modo che la parte francese sembrava avesse quasi fatto pressioni, costringendo la Russia ad accettare qualcosa”, ha spiegato in una dichiarazione a Radio Sputnik, aggiungendo che “in realtà, questa è la continuazione di una certa tradizione che abbiamo già visto più di una volta”.

“Per anni, il presidente Putin ha dimostrato sempre più chiaramente agli altri leader mondiali di non essere un partner affidabile”, commenta Klain. “Ciononostante, il presidente Macron e altri leader si sono sbagliati prima del 24 febbraio nel pensare che Putin non avrebbe invaso” l’Ucraina e “sembrano aver[gli] creduto quando gli ha mentito spudoratamente” sostenendo che non avrebbe dato luce verde all’aggressione militare il 24 febbraio scorso. Ma i tentativi di mediazione, in ogni caso, possono tornare utili. “Vale la pena che leader come Macron mantengano aperte le linee di comunicazione con Putin. Questa guerra finirà in un modo o nell’altro, ed è bene avere delle opzioni”, dice l’esperto.

Il rischio, piuttosto, possono essere iniziativa isolate. “Uno degli aspetti notevoli di questa invasione è stata la stretta unità tra gli alleati occidentali”, commenta Klain. “Ma nel parlare con la Russia, la volontà dell’Ucraina deve essere rappresentata: come ha detto il presidente [Joe] Biden, non ci dovrebbero essere decisioni sull’Ucraina senza l’Ucraina. I leader occidentali devono anche coordinare le loro priorità tra loro e assicurarsi che nessun leader si metta a fare il ‘diplomatico cowboy’ e proceda da solo, pensando di poter essere il grande artefice della pace. La forza dell’Occidente deriva dalla sua capacità di lavorare in modo unitario”, conclude.

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