L’Alta Corte di giustizia dell’Inghilterra e del Galles ha negato al leader del regime venezuelano l’accesso alle riserve auree per circa un miliardo di dollari. La disputa era iniziata nel 2019, dopo il riconoscimento del leader dell’opposizione Juan Guaidó come presidente ad interim del Paese sudamericano, ma ora…
Battaglia persa, almeno ora, per il regime di Nicolás Maduro in Venezuela. L’Alta Corte di giustizia dell’Inghilterra e del Galles ha negato al leader socialista l’accesso alle ingenti riserve di oro depositate nella Banca d’Inghilterra.
Si tratta di più di 32 tonnellate di oro, per un valore di circa un miliardo di dollari, che da tempo è al centro di un contenzioso tra il governo di Maduro e il leader oppositore, Juan Guaidó, riconosciuto come presidente “ad interim” del Venezuela dal Regno Unito e da altri Paesi occidentali.
Il regime venezuelano e l’opposizione avevano chiesto l’accesso a questa riserva d’oro. Ora la giudice Sara Cockerill ha segnalato che le decisioni della Corte suprema venezuelana non hanno il riconoscimento della legislazione britannica trattandosi di un organo composto da magistrati fedeli a Maduro. In seguito al divieto di accesso per Maduro, la legge britannica dovrà decidere, in un’altra Corte, se invece Guaidó potrà disporre di queste riserve.
La disputa sull’oro venezuelano depositato nel Regno Unito è iniziata nel 2019, quando il governo britannico ha riconosciuto Guaidó come presidente ad interim del Paese sudamericano. Tuttavia, la gestione delle riserve auree è stata bloccata al leader dell’opposizione per un ricorso della Banca Centrale del Venezuela, secondo cui la continuità delle relazioni diplomatiche tra Londra e Caracas era prova del riconoscimento del governo Maduro.
Per Guaidó la decisione del Regno Unito impedisce che la dittatura di Maduro metta le grinfie sull’oro venezuelano: “Questa decisione rappresenta un ulteriore passo nel processo di protezione delle riserve internazionali dell’oro del Venezuela, in favore del popolo venezuelano e del suo futuro”.
Delcy Rodriguez, vicepresidente del governo di Maduro, crede che la decisione britannica “vuole imporre una propria visione del mondo”, danneggiando il popolo venezuelano e favorendo “la banda di delinquenti” guidata da Guaidó: “È una decisione che colpisce il patrimonio dei venezuelani, fatta da un Paese che pretende di imporre una visione al mondo”.