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Crisi in Sri Lanka, tra nuovi arresti e piani di recupero

Un leader sindacale degli insegnanti, un giovane monaco buddista. Il governo srilankese reprime le proteste arrestando alcuni noti attivisti. Ma il presidente Ranil Wickremesinghe sostiene di volere l’unità del Paese per promuovere importanti riforme economiche

La nomina di un nuovo presidente non ha placato lo scontento sociale nello Sri Lanka, anzi. Per contenere le proteste, il governo sta reprimendo alcuni dei leader delle manifestazioni, scatenando la rabbia di chi era sceso in piazza. Secondo Asia News, il procuratore Nuwan Bopage ha conteggiato più di 100 persone che ripetevano lo slogan “RanilGoGama” (Ranil vai a casa) chiedevano le dimissioni anche del nuovo presidente Ranil Wickremesinghe.

Negli ultimi giorni sono finiti in manette due famosi attivisti: Joseph Stalin, leader sindacale e segretario generale dell’Unione degli insegnanti di Ceylon, e Kosgoda Mahanama Thero, giovane monaco buddista vicino al movimento degli studenti universitari. Il governo dello Sri Lanka ha anche ordinato lo sgombero delle ultime tende di protesta rimaste.

Ambika Satkunanathan, attivista ed ex commissario per i diritti umani in Sri Lanka, ha dichiarato al New York Times che il governo sta “dando la caccia alle persone per infrazioni minori per reprimere il dissenso. Sembra essere una caccia alle streghe”.

Nuzly Hameem, un altro volto conosciuto delle proteste, ha raccontato ad AsiaNews che “il governo pensa che non abbiamo delle case a cui tornare o un lavoro a cui pensare. In realtà non capiscono la sofferenza della gente, non capiscono quanto siamo affamati e il dolore che stiamo attraversando […] Il presidente aveva detto che non ci avrebbe molestati, invece, poi ci sono stati degli arresti. Non dobbiamo più fidarci di quest’uomo”.

Tra gli arrestati c’è un manifestante accusato di aver rubato la bandiera ufficiale del presidente, e un altro accusato di aver rubato il suo boccale di birra.

Per il nuovo presidente Ranil Wickremesinghe, alcuni manifestanti rappresentano una minaccia “fascista”, e vanno subito fermati. Poco dopo essere arrivato al potere, Wickremesinghe ha inviato le forze dell’ordine contro una protesta e lo scontro è diventato violento.

Tuttavia, Wickremesinghe si è presentato con un discorso conciliatore in Parlamento. Nel suo primo intervento da presidente, ha lanciando un appello a favore dell’unità nazionale per potere promuovere importanti riforme economiche e politiche. “Ho preso il controllo di un Paese che era al disastro – ha detto -. Una grave crisi economica da un lato, massiccia opposizione pubblica dall’altro. Tuttavia, ho deciso di accettare questa sfida critica […] Ora abbiamo avviato il processo di rivitalizzazione”.

Wickremesinghe ha riferito l’avvio dei negoziati con il Fondo monetario internazionale (Fmi) su un programma quadriennale per questo mese: “Stiamo preparando una politica economica nazionale per i prossimi 25 anni. Essa pone le basi per un sistema economico di mercato sociale, assicurando lo sviluppo ai gruppi poveri e svantaggiati e incoraggiando i piccoli e medi imprenditori”.

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