Mentre le forze dell’Esercito popolare di liberazione cinese raggiungono le posizioni designate per dare il via all’esercitazione militare Vostok 2022 che vede la Cina al fianco della Russia sul campo di battaglia, prosegue la cooperazione bilaterale senza limiti tra Mosca e Pechino, non scalfita dalle conseguenze della guerra nemmeno sul piano economico
Tutto pronto per vedere la Cina al fianco della Russia sul campo di battaglia. Si tratta dell’esercitazione militare “Vostok” che prenderà il via la prossima settimana e si concluderà a inizio settembre. Nel frattempo, durante il briefing mensile, il portavoce del ministero della Difesa cinese, Tan Kefei, ha reso noto che le forze terrestri e aeree dell’Esercito popolare di liberazione “sono già arrivate nelle posizioni designate e le forze navali si sono incontrate con quelle russe per le imminenti esercitazioni” e che hanno “preso parte anche all’addestramento di volo adattativo”. Insieme ai soldati di Mosca e Pechino prenderanno parte alle esercitazioni anche contingenti provenienti dall’India, dalla Bielorussia, dal Tagikistan e dalla Mongolia.
Vostok 2022
“La partecipazione dell’esercito cinese all’esercitazione ‘Vostock-2022’ in Russia mira ad approfondire la cooperazione pragmatica e amichevole con le forze armate dei paesi partecipanti, migliorare il livello di cooperazione strategica tra tutte le parti partecipanti e migliorare la capacità di rispondere congiuntamente a varie minacce”, ha spiegato Tan Kefei, facendo riferimento al fatto che tali operazioni facciano parte di un più ampio piano di collaborazione. Le esercitazioni Vostok si svolgeranno dal 30 agosto al 5 settembre in ben 13 diversi campi di addestramento militare orientale russo. L’obiettivo dichiarato da Mosca è quello di garantire così la sicurezza militare. Già a luglio scorso la Russia aveva espresso l’intenzione di tenere le esercitazioni Vostok insieme a forze straniere, nonostante la difficile e onerosa guerra in Ucraina. Si tratta delle prime condotte dal Paese dal 2018, anno in cui si era tenuta l’ultima edizione di Vostok a cui la Cina aveva partecipato per la prima volta, nell’ambito di un accordo di cooperazione annuale bilaterale con Mosca che è ancora pienamente operativo. Sarà il distretto militare orientale russo ad occuparsi delle manovre militari, che includono parte della Siberia, sfruttando anche il quartier generale a Khabarovsk, vicino al confine cinese.
Collaborazione a tutto campo
Quella tra Russia e Cina non è solo una cooperazione militare, ma riguarda anche il campo economico. Pechino continuerà infatti a lavorare al fianco di Mosca per il “doppio miglioramento” delle relazioni economiche e commerciali sia in termini di scala sia in termini di quantità, secondo quanto riferito dalla portavoce del ministero del Commercio, Shu Jueting. Il trend di crescita è confermato anche dalle stime di Mosca, secondo cui la portata degli scambi bilaterali tra i due Paesi toccherà quest’anno la cifra record di circa 170 miliardi di dollari. Nonostante le dure sanzioni imposte dall’occidente alla Russia dopo l’invasione illegittima dell’Ucraina, la Cina “continuerà a lavorare per promuovere i normali scambi economici e commerciali tra i due Paesi”, ha spiegato ancora Shu. Lo scopo, come raccontato nel corso del briefing dalla portavoce, è quello di “mantenere la stabilità delle catene industriali e di approvvigionamento, creare nuovi punti di crescita come l’economia digitale, lo sviluppo verde e la biomedicina”, anche nell’ottica di implementare il trasporto ai porti di frontiera sino-russi per prevenire e controllare il diffondersi delle epidemie.
Il sostegno, fin dall’inizio della guerra
Il sostegno diplomatico ed economico di Pechino a Mosca è rimasto saldo anche durante i primi sei mesi di guerra in Ucraina. Proprio alla vigilia dell’invasione, i due Paesi hanno infatti rinsaldato quella che è stata definita dal Cremlino una partnership “senza limiti”, durante la visita di Putin di febbraio alla capitale cinese in occasione dell’inaugurazione delle Olimpiadi invernali. Una riconferma della solidità del legame bilaterale che unisce Cina e Russia è arrivata anche dalla mancata condanna da parte del Dragone delle operazioni di guerra in Ucraina, pur dichiarandosi al contempo favorevole ai colloqui di pace. Dall’inizio dell’anno i rapporti commerciali tra i due Paesi hanno infatti “mantenuto uno slancio di crescita” secondo Shu Jueting. La guerra non ha fermato nemmeno la cooperazione bilaterale nel settore energetico e dei combustibili fossili dal momento che a luglio la Russia si è riconfermata essere, per il terzo mese consecutivo, il primo fornitore di greggio della Cina, a scapito dell’Arabia Saudita.