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Brasile al bivio. Il pareggio tra Lula e Bolsonaro (sostenuto dalla Cina)

Una folla a Brasilia ha festeggiato il presidente brasiliano, elogiato anche dagli alleati di Pechino. Cosa dicono i sondaggi per le elezioni del 2 ottobre e l’ipotesi di una “rivoluzione”

Jair Bolsonaro, presidente del Brasile e candidato alla rielezione, è stato ricevuto da un’enorme folla alla parata militare organizzata nel centro della capitale Brasilia, in occasione delle commemorazioni per il bicentenario dell’indipendenza del Paese. Ad accompagnarlo, la moglie Michelle, Walter Braga Netto, candidato alla vicepresidenza e Paulo Sergio Nogueira, ministro della Difesa. Ma anche leader internazionali come Marcelo Rebelo de Sousa, presidente del Portogallo, Umaro Sissoco Embalo, presidente della Guinea e José Maria Neves, presidente di Capo Verde

Dalla Cina, il presidente Xi Jinping ha inviato le sue congratulazioni a Bolsonaro: “Il Brasile è la più grande nazione in via di sviluppo nell’emisfero occidentale ed è impegnato in un percorso di sviluppo indipendente e pacifico […] Sono pronto a lavorare con il presidente Bolsonaro per promuovere l’approfondito sviluppo del partenariato strategico globale tra i due Paesi”.

L’evento è diventato inevitabilmente un comizio elettorale, di grande successo vista la partecipazione popolare. “La volontà del popolo si concretizzerà il 2 ottobre – ha detto Bolsonaro -. Votiamo tutti, convinciamo chi la pensa diversamente da noi, convinciamolo di cosa è meglio per il nostro Brasile”. “Sappiamo che dobbiamo affrontare una lotta tra il bene e il male – ha aggiunto -, un male che è durato 14 anni nel nostro Paese, che ha quasi distrutto il nostro Paese. Non torneranno. La gente è dalla nostra parte. Le persone sono dalla parte del bene. Le persone sanno quello che vogliono”.

Secondo la stampa brasiliana, le manifestazioni per la rielezione di Bolsonaro sono state organizzate a Brasilia e Rio de Janeiro da parte delle due anime dell’elettorato del leader brasiliano: una parte legata al settore agroalimentare e l’altra legata alle organizzazioni evangeliche.

Altri eventi commemorativi dell’indipendenza, organizzati dalle forze armate brasiliane, sono stati cancellati per il rischio di infiltrazioni di estremisti. La decisione è stata adottata dopo alcuni report del servizio di intelligence militare che hanno individuato il rischio che movimenti radicali di destra, sostenitori di Bolsonaro, potessero approfittare delle parate per chiedere un intervento delle forze armate nella politica.

Mentre tutti i sondaggi danno in netto vantaggio l’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva, l’ultimo report di Paraná Pesquisas registra un aumento del consenso per Bolsonaro e un pareggio tecnico tra i due principali candidati.

Il sondaggio sostiene che al primo turno, il prossimo 2 ottobre, Lula avrà il 40,2% di fronte al 36,4% di Bolsonaro. Con un margine di errore del 2,2 punti percentuali, tra i due sarebbe pareggio tecnico. A fine agosto, invece, li separavano più di quattro punti.

Oltre che i sondaggi, più di una volta Bolsonaro ha voluto screditare anche le elezioni in sé. Ha criticato il ruolo del Tribunale Supremo brasiliano e ha sollevato dubbi sulla trasparenza del processo elettorale. Ricordando l’amico e alleato, Donald Trump, ha dichiarato che non accetterà altro risultato che la vittoria.

Per alcune persone questo potrebbe essere un’anticipazione del piano di Bolsonaro di compiere un colpo di Stato, con l’aiuto dell’esercito. Non tutti però la pensano così. Miguel Lago, direttore dell’Institute for Health Policy Studies e professore dell’Università di Columbia, crede in una strategia più strutturata.

“Bolsonaro non ha l’intenzione di lasciare il potere, indipendentemente di quali siano i risultati elettorali – ha spiegato Lago -. Tuttavia, non sta inseguendo un colpo di Stato, che necessita del consenso dell’élite per evitare proteste di massa. Lui insegue una rivoluzione”.

Dall’inizio del suo mandato, secondo l’analista, Bolsonaro ha agito più come un leader rivoluzionario che come un presidente. Il sostegno popolare è cominciato in rete ma si sta allargando alle piazze. Infatti, l’anno scorso aveva riunito circa mezzo milione di persone per protestare contro il Tribunale Supremo brasiliano, quest’anno, con la sfilata, ha dimostrato di avere il sostegno delle forze armate (circa 6000 militari fanno parte del governo, occupando incarichi civili).

Secondo Lago, non ci sono indizi che l’esercito possa essere protagonista attivo di un colpo di Stato, ma nemmeno che si resisterà ad un tentativo di rivoluzione da parte di Bolsonaro.

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