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Che fine faranno i russi in Europa? Bruxelles annulla l’accordo sui visti

La Commissione Europea annuncia il blocco totale dell’accordo sui visti con la Federazione Russa, in vigore dal 2007. Un milione di russi in area Schengen potrebbero vedere il proprio visto “riesaminato”

Mercoledì 31 agosto 2022 la riunione dei ministri degli Esteri europei aveva deciso per l’annullamento totale dei processi di facilitazione del visto per i cittadini russi. Una mossa annunciata dall’Alto Rappresentante Josep Borrell come reazione alla prolungata aggressione russa all’Ucraina.
L’accordo era già stato sospeso a seguito dell’invasione per alcuni personaggi del mondo degli affari e funzionari governativi russi, ma era rimasto in vigore per tutti gli altri cittadini.

In prosecuzione di questa logica, oggi la commissaria agli Affari Interni Ylva Johansson ha dichiarato in conferenza stampa che entro la prossima settimana l’Ue avrà un nuovo regime dei visti con la Federazione Russa. Così la Commissaria Johansson: “La Russia è responsabile di una ingiustificata aggressione all’integrità di un paese: una minaccia anche alla nostra sicurezza. I cittadini russi non dovrebbero avere accesso facilitato all’Ue e ovviamente essere turisti nell’Ue non è un diritto fondamentale. Al momento non ci sono le basi per la fiducia e per avere rapporti privilegiati tra Ue e Russia”.

Secondo la nuova proposta, i cittadini russi che richiederanno un visto Schengen dovranno affrontare costi maggiori, da 35 a 80 euro di tassa; aumenti dei tempi di elaborazione fino a 45 giorni; norme più restrittive per ingressi multipli; maggiori documenti giustificativi.  Naturalmente, lo spazio Schengen rimarrà aperto a determinate categorie quali ad esempio i familiari di residenti UE, giornalisti, rappresentanti della società civile.

In linea con quanto espresso da Johansson anche Ursula von der Leyen, che in un tweet ha affermato: “Non ci possono essere affari come al solito con la Russia. Proponiamo di sospendere completamente l’accordo di facilitazione del visto dell’Ue e di non riconoscere i passaporti russi rilasciati nelle regioni occupate in Ucraina. L’agevolazione del visto è un segno di fiducia, che la guerra di aggressione della Russia ha completamente distrutto”.

Germania e Francia invitano alla cautela, mentre Paesi baltici e Polonia guidano la cordata, addirittura minacciando azioni unilaterali se l’Ue non avesse accettato di vietare l’accesso ai turisti russi. I ministri di questi Paesi si incontreranno martedì e mercoledì in Lituania, dove dovrebbero discutere di un possibile accordo per limitare l’ingresso dei titolari di visto russi dai valichi terrestri. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aveva recentemente dichiarato che se l’Ue procedesse con il divieto di concedere visti turistici ai russi, “questo non potrebbe rimanere senza una risposta” da parte della Russia, senza tuttavia specificare le possibili ritorsioni.

Circa un milione di cittadini russi sono entrati legalmente nell’Ue da quando la Russia ha invaso l’Ucraina il 24 febbraio, e circa due terzi sono entrati attraverso i confini dell’Estonia o della Finlandia, secondo l’agenzia dei confini dell’Ue Frontex. Una volta entrati nell’Ue con un visto Schengen, sono liberi di viaggiare all’interno dell’Europa senza limitazioni.

Il destino di molti russi che scappano dalla guerra resta appeso alle decisioni che usciranno nelle prossime settimane. Gli stati europei dovranno esercitarsi nel bilanciare sicurezza nazionale e relazioni con la Russia da un lato, con i principi di accoglienza umanitaria dall’altro, anche per non porgere il fianco a facili accuse da parte della propaganda del Cremlino.


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