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Come (non) cambierà la Costituzione del Cile. Il potere della campagna pop

Sfida aperta dal governo cileno sulla Costituzione. I cittadini saranno chiamati domenica 4 settembre a votare un referendum su più di 300 articoli che nell’ultimo anno sono stati messi a punto dall’Assemblea Costituente. Cosa succede se vince il sì o se vince il no

Tutto pronto per il referendum che si svolgerà domenica in Cile. Sarà sottoposta ai cittadini una bozza della nuova Costituzione cilena. La coalizione favorevole all’approvazione del testo, scritta dall’Assemblea costituente, ha provveduto ad una chiusura della campagna elettorale nella piazza Alameda di Santiago del Cile, con la partecipazione di numerosi artisti e gruppi musicali, fra cui i famosi Inti Illimani. Il polo contrario all’approvazione della nuova Costituzione ha scelto invece l’anfiteatro Pablo Neruda nel Parco Metropolitano di Santiago.

In seguito alle proteste del 2019 e del 2020, gli elettori cileni avevano approvato un referendum che chiedeva se fossero favorevoli alla convocazione di un’Assemblea costituente per la redazione di una nuova Costituzione. Le elezioni per la costituente a maggio del 2021 hanno dato il via ai lavori di una camera, rendendo il progetto una bandiera del governo del giovane presidente Gabriel Boric.

Il voto del referendum per la nuova Costituzione è obbligatorio. Gli elettori saranno consultati su un testo di 388 articoli, centrati principalmente sulla garanzia costituzionale di nuovi diritti sociali. Il documento affronta diversi punti controversi, come il riconoscimento ufficiale delle popolazioni autoctone, il costo dell’insegnamento, la parità nel governo o ancora l’accesso all’acqua degli individui.

Gli ultimi sondaggi indicano che il progetto costituzionale non sarà approvato, perché solo una minoranza trova la nuova Costituzione una maniera per mettersi alle spalle i principi ereditati dalla dittatura di Augusto Pinochet. Per gli altri, si tratta di un testo radicale e statalista.

Diverso lo sguardo dall’estero. La rivista americana Time ha dedicato la copertina al presidente Boric, considerandolo alla guida di “un audace esperimento sociale”, che ha come obiettivo ridurre le tradizionali iniquità che caratterizzano non solo il Cile ma l’intera America Latina.

L’articolo dedicato a Boric e il progetto costituzionale sostiene che il presidente cileno potrebbe catapultare definitivamente il Paese nel gruppo dei più sviluppati o, purtroppo, fargli perdere alcune caratteristiche acquisite e apprezzate dai mercati, come la stabilità economica e istituzionale.

Una vittoria del “sì”, secondo il Times, potrebbe spianare la strada alle riforme sociali annunciate, mentre la vittoria del “no” rimetterebbe in discussione l’agenda di trasformazione proposta dal governo e lo obbligherebbe a concentrarsi su come organizzare un nuovo processo costituente.

In un’intervista con l’agenzia Nova, il vicepresidente dell’Assemblea costituente cilena, ha spiegato che il progetto è “una buona risposta alle principali rivendicazioni sociali degli ultimi decenni. È stato un processo molto interessante che ha mostrato la forza trasformatrice della società civile. Il lavoro della Costituente va inserito nel contesto di crisi delle istituzioni rappresentative e dei partiti politici emersa con le proteste sociali del 2019, e delle rivendicazioni su questioni disattese da tempo”.

“La nuova costituzione costruisce un catalogo di diritti fondamentali molto più robusto – ha aggiunto -, con istituzioni pensate per garantire effettivamente l’esercizio di tali diritti. In generale credo che il processo sia riuscito a dare una buona risposta alle richieste sociali degli ultimi decenni soprattutto in materia di salute, educazione e previdenza sociale”.

A sostenere il “sì” c’è anche l’ex presidente del Cile, e fino a ottobre Alto rappresentante delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, che è apparsa come testimonial per l’approvazione della nuova Costituzione in uno spot televisivo. “Faremo andare avanti la storia, perché quando le donne fanno le cose, la storia va avanti”, ha dichiarato Bachelet nella pubblicità. “Bisogna sperare che le cose possano migliorare. Questo è ciò che muove gli esseri umani, finalmente la speranza. Questo 4 settembre, io approvo”.

Secondo l’ex presidente, “la Costituzione non risolverà tutto, ma ci fornisce un quadro. L’importante è sottolineare che questo è un punto di partenza. Che andranno fatti degli aggiustamenti, ma che è un punto importante per tutti per poter andare avanti”.

E c’è anche una curiosa serie web di cinque puntate, intitolata “A prueba del tiempo”, nel quale il re Carlo V guarda con stupore il testo costituzionale, che include diritti per gli “indios”. A testare la Costituzione ci sono anche l’antica Grecia, la Rivoluzione francese e addirittura, fra la Sicilia e gli Stati Uniti che parlano italiano, il mondo del ‘Padrino’ interpretato da Marlon Brando. Secondo i realizzatori, la serie vuole “arrivare con la storia e l’umorismo a un pubblico non così tanto avvezzo a riflettere” sulla politica e i principi fondanti dello Stato.

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