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I filo-russi M5S, Lega e FI crollano rispetto al 2018. Cosa significa per Meloni

Il raffronto tra i risultati è impietoso: i tre partiti assieme prendono soltanto un terzo dei voti. Questa situazione dovrebbe contribuire a rafforzare la posizione pro Ucraina e pro Nato di Fratelli d’Italia

Movimento 5 Stelle, Lega e Forza Italia, i partiti accusati di essere troppo morbidi nei confronti della Russia e di Vladimir Putin, hanno preso il 35% dei voti in sommati. Tutti e tre hanno fatto registrato un netto calo rispetto alle elezioni del 2018: il Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio allora e di Giuseppe Conte oggi è passato dal 32% al 15,5%; la Lega di Matteo Salvini dal 17% al 9%; Forza Italia di Silvio Berlusconi dal 14% all’8,3%. Se a ciò si somma il calo dell’affluenza del 9% rispetto a quattro anni fa, ecco che il crollo dei consensi assume dimensioni ancor più importanti.

Forse non ha funzionato la campagna russa e filo-russa incentrata sulla minaccia nucleare per spaventare i pacifisti e sul caro bollette per allarmare gli imprenditori, soprattutto i piccoli e media, considerati più vicini al centrodestra. Probabilmente, come ha spiegato Alessandro Speciale di Bloomberg, questa situazione “dovrebbe contribuire a rafforzare la posizione pro Ucraina e pro Nato di [Giorgia] Meloni”.

Ecco cosa ha dichiarato, intervistato da Formiche.net, Giulio Terzi di Sant’Agata, responsabile dei rapporti diplomatici di Fratelli d’Italia e candidato al Senato della Circoscrizione Bergamo-Brescia.

“L’Italia, come la Francia e la Germania svolge un ruolo d’azione, sollecitazione, e di spiegazione all’opinione pubblica mondiale di una narrativa che deve essere diffusa: ovvero, di quali siano le reali questioni legate alla guerra in Ucraina, che è poi diventata guerra contro l’Europa, con il tema – dominante – dell’energia. L’energia infatti è un’arma, e attualmente viene utilizzata contro l’Unione europea. Il nostro sforzo, di italiani ed europei, dev’essere quello di lavorare affinché la coesione e la visione politica profonda e determinata di tutto il mondo euro-occidentale venga consolidata. Ci sono Paesi che rischiano una grave crisi alimentare, se continuerà questa situazione e se non verranno riaperti i porti ucraini. Lo sforzo dunque della diplomazia italiana deve essere quello di agire con i partner europei e atlantici affinché essi si mantengano dalla parte giusta della storia. Davanti a un aggressore che non vuole negoziare sin che non ha raggiunto tutti i propri obiettivi neo-imperialisti, l’unico modo per sedersi a negoziare, è frapporsi al raggiungimento di quegli obiettivi”

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