Gli aneddoti e la laudatio dell’ex segretario di Stato, gli elogi del numero uno di Blackstone, il messaggio di Biden. La consegna del “World Statesman Award 2022” al presidente del Consiglio a New York, dove tutti sperano che abbia ancora un ruolo per l’Italia e l’Europa
“La nostra amicizia è cominciata trent’anni fa”, quando “viaggiavamo assieme sull’aereo di un amico comune che non teneva cibo sull’aereo e io, conoscendolo, portavo dei panini da condividere con il signor [Mario] Draghi”. Che poi poi precisa: esattamente 30 anni fa, cioè il 1992, anno che ha fatto la storia d’Italia. Un aneddoto che a molti dei presenti ha fatto pensare all’avvocato Gianni Agnelli e agli anni Novanta, quando Draghi era direttore generale del Tesoro. Così il quasi centenario Henry Kissinger, presentatosi a sorpresa all’evento, ha iniziato la sua laudatio in occasione della consegna al presidente del Consiglio italiano del “World Statesman Award 2022” della Appeal of Conscience Foundation.
Il premio gli è stato assegnato dall’organizzazione guidata dal potente rabbino Arthur Schneier “per la sua multiforme leadership nella finanza e nel servizio ai cittadini di cui hanno beneficiato l’Italia e l’Unione Europea e ha aiutato la cooperazione internazionale”. “Draghi è stato una voce potente nella promozione della tolleranza e della giustizia, lo ringrazio per la sua leadership”, ha detto Joe Biden, presidente degli Stati Uniti, in un messaggio inviato all’evento, sottolineando che il presidente italiano – un “amico” – “ha ricevuto il premio “per il suo lavoro per fare avanzare i diritti umani nel mondo”.
Durante la serata la fondazione ha premiato anche Jean-Paul Agon, presidente di l’Oreal Group, e Robert Kraft, fondatore di Kraft Group. Il rabbino Schneier, ricordando come la missione della fondazione abbia le radici nella sua esperienza di sopravvissuto all’Olocausto, ha definito Draghi “un leader esemplare”, con “grandi capacità di visione, che unisce e possiede le competenze finanziarie e politiche necessarie per affrontare le complesse questioni economiche, umanitarie e geopolitiche che il mondo ha davanti”.
Dall’ex segretario di Stato americano Kissinger (la sua “capacità analitica, il coraggio e la visione” ci”dicono che continuerà a essere con noi ancora per molto tempo”) all’amministratore delegato di Blackstone Stephen Schwarzman (“Ha ispirato una rinnovata fiducia globale nell’Italia”) è stato un coro unanime di amicizia, stima e sostegno a Draghi, in viaggio a New York per l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Tutti con l’auspicio – dichiarato o meno – che il presidente del Consiglio continui ad avere un ruolo per l’Italia e per l’Europa.
Presenti in sala Mariangela Zappia, ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti, e il cardinal Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede. Ma anche Maurice Lévy, fondatore di Publicis Group, Brian Thomas Moynihan, amministratore delegato di Bank of America, l’ambasciatore John Negroponte, ex direttore dell’Intelligence nazionale e vicesegretario di Stato americano, John Elkann, amministratore delegato di Exor e nipote prediletto di Gianni Agnelli, oltre a molte personalità del mondo economico e finanziario di New York.