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Tutti i Paesi europei dovranno revisionare i rispettivi Pnrr. L’analisi di Mauro Cappello

Di Mauro Cappello

Stante l’enorme importanza delle risorse per il rilancio del nostro Paese, che nessuno intende mettere minimamente in discussione, è utile fare una riflessione a mente fredda esaminando complessivamente la situazione italiana in tema di fondi europei

Oggi è opportuno procedere ad una revisione del Piano nazionale di ripresa è resilienza? Assolutamente sì, soprattutto quando tutti i dati preannunciano l’impossibilità di raggiungere gli obiettivi di spesa necessari per evitare la perdita di risorse. La procedura di revisione, peraltro prevista dall’art.21 del Regolamento specifico di fondo, dovrebbe prevedere la rinuncia ai 120 miliardi di prestiti e potrebbe essere inserita nel processo di revisione che tutti gli Stati membri dovranno comunque attivare per implementare le risorse del RePower-Eu.

Stante l’enorme importanza di queste risorse per il rilancio del nostro Paese, che nessuno intende mettere minimamente in discussione, è utile fare una riflessione a mente fredda esaminando complessivamente la situazione italiana in tema di fondi europei. Considerato che nel periodo 2022-2026 si sovrappongono tre regimi di spesa differenti, ma tutti finanziati con fondi dell’Europa, è utile procedere ad una ricognizione delle risorse unionali attualmente assegnate all’Italia.

Programmazione 2014-2020

La programmazione 2014-2020 dispone di circa 90 miliardi (tenuto conto delle risorse React-Eu di carattere aggiuntivo stanziate post-Covid) che, allo stato attuale, secondo quanto prescritto nei regolamenti europei, dovranno essere completamente spesi entro il 31/12/2023. Per completezza d’informazione va anche detto che Bruxelles ha attivato una procedura di “proroga” di due anni e che tale procedura sicuramente riceverà tutte le approvazioni in tempi brevi, spostando al 31/12/2025 il termine per la rendicontazione di tutte le somme. I dati della Commissione europea ci dicono che dobbiamo ancora impegnare (ovvero fare gare ed assegnare) circa 12 miliardi mentre, per quanto riguarda le somme da spendere, dobbiamo rendicontare circa 45 miliardi entro il prossimo nuovo termine del 31/12/2025.

 

Fonte DG Regio – Commissione europea

Un semplice calcolo ci porta a concludere che, per rispettare il termine del 2025, dal 2023 al 31/12/2025 l’Italia dovrà realizzare spesa per circa 15 Mld€ ogni anno.

Programmazione 2021-2027

La nuova programmazione 2021-2027 prevede per l’Italia uno stanziamento di circa 75 miliardi di risorse europee.

Le nuove disposizioni dell’Unione europea prescrivono tempi di realizzazione della spesa più brevi rispetto al periodo 2014-2020, con un allungamento finale del periodo di soli due anni e non tre come oggi.

Pertanto l’intera somma dovrà essere rendicontata agli Uffici di Bruxelles entro il 31/12/2029. Considerando che per il periodo 2021-2027 siamo in forte ritardo e ad oggi non disponiamo neanche dei Programmi Operativi (Nazionali e Regionali) approvati, è realistico e prudente immaginare di cominciare a realizzare spesa a partire dal 2023, ovvero con oltre due anni di ritardo.

Ipotizzando, per comodità, una progressione lineare della spesa su sette anni (2023-2029) ne consegue che dovremo produrre spesa al ritmo di 10,7 miliardi ogni singolo anno. Nella realtà dei fatti accade che il diagramma di esecuzione della spesa presenta un andamento inziale basso che poi si sviluppa con successivi aumenti, restando comunque caratterizzato da una lenta progressione della spesa (come si vede anche nei dati del periodo 2014-2020) ma la semplificazione fatta non inficia la validità del ragionamento svolto.

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

La situazione delle risorse del Pnrr è particolare in quanto presenta vincoli, sia in termini di impegni giuridicamente vincolanti, sia in termini di volumi di spesa da realizzare. Nello specifico, tutte le somme devono essere impegnate entro il 31/12/2023 mentre la spesa deve essere interamente realizzata entro il 31/12/2026. Procedendo ancora per progressione lineare ne deriva che dal 2023 al 2026 l’Italia dovrebbe spendere risorse Pnrr al ritmo di circa 48 miliardi all’anno.

Progressione della spesa: periodo 2023-2029

Una volta effettuata la ricognizione delle risorse europee (nella quale non si è tenuto conto del Piano Nazionale Complementare al Pnrr, capace di ulteriori 30 miliardi) e dei relativi vincoli di spesa, è possibile tracciare, in prima approssimazione, un programma di spesa per il periodo 2023-2029. I dati mettono in luce che per il periodo 2023-2025 l’Italia dovrà essere capace di rendicontare spese per circa 73,58 miliardi/anno. Nel 2026, essendo chiusa la programmazione 2014-2020, il carico si alleggerisce a circa 55 miliardi e poi, dal 2027 al 2029 il tasso di spesa dovrebbe calare a circa 10,7 miliardi/anno.

 

 

 

 

 

 

 

 

Elaborazione dati www.filotecna.it

 

Performance di spesa: il caso Italia

L’analisi della programmazione attuale ci dice che, nei nove anni che vanno dal 2014 ad oggi, l’Italia ha speso circa 45 miliardi. Considerando il fermo di due anni, dovuto al Covid-19, e prendendo a riferimento un periodo di sette anni, l’Italia ha mediamente speso circa 6,43 miliardi/anno.

Per fare una analisi comparata sui precedenti periodi di programmazione, è utile consultare il documento “La Coesione territoriale in Italia alla fine del 2011” presentato dall’allora Ministro Fabrizio Barca alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato.

Facendo un confronto sulla performance di metà periodo, tra la programmazione 2000-2006 e quella 2007-2013 si evidenzia la seguente situazione:

  • Programmazione 2000-2006 al 31/12/2003 speso il 16%;
  • Programmazione 2007-2013 al 31/12/2010 speso il 7% .

I dati ci dicono che nel periodo 2007-2013 l’Italia ha visto un rallentamento della propria capacità di spesa, passando da un 16% di risorse spese a metà periodo ad un modesto 7%.

Conclusioni

L’analisi delle risorse europee disponibili per l’Italia e dei relativi vincoli di utilizzo, mette in evidenza la necessità di procedere ad un eccezionale potenziamento delle capacità di spesa finora espresse dall’Italia.

Per raggiungere il completo utilizzo di tutte le risorse europee assegnate dall’Europa, il nostro paese deve passare da una capacità di spesa attuale di circa 6,43 miliardi/anno ad oltre 73,58 miliardi/anno. Le stesse considerazioni valgono anche per la Spagna il cui Premier Pedro Sanchez, in merito alla mancata richiesta di accesso ai prestiti del Next Generation Eu, ha dichiarato che il paese non sarebbe riuscito a spendere nei tempi ristretti previsti tutta quella quantità di denaro.

Concludendo, visto che tutti i Paesi europei dovranno revisionare i rispettivi Piani di Ripresa e Resilienza per procedere alla implementazione del RePower-Eu e considerata la delicatissima situazione geopolitica ed economica, perché non cogliere questa occasione per riordinare anche i nostri conti e rinunciare ai prestiti ?

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