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La mossa tedesca e il futuro dell’Europa. Scrive Pennisi

Si potrà parlare di azioni, di strategie comuni in settori o aree che non fanno parte del ristretto gruppo di “politiche comuni” inserite formalmente tra gli acquis communautaires? Oggi si apre un vero e proprio vaso di Pandora

Con un’inflazione al 10% nel mese di settembre, i prezzi dell’energia cresciuti del 43,9% dall’inizio della crisi del gas che non accenna a risolversi, il Governo tedesco ha deciso di istituire un fondo di aiuti da 200 miliardi di euro per sostenere i cittadini e le imprese nell’aumento dei costi energetici che saranno in parte finanziati con la riattivazione del fondo di stabilizzazione economica creato durante la pandemia.

Il cancelliere Olaf Scholz (Spd), il ministro dell’Economia Robert Habeck (Verdi) e il ministro delle Finanze Christian Lindner (Fdp) hanno chiamato la misura “Scudo difensivo economico contro le conseguenze della guerra di aggressione russa” e l’hanno presentata nel primo pomeriggio del 29 settembre. Il provvedimento, giunto all’improvviso mentre si tentava di mettere a punto un strategia europea (una riunione dei ministri Ue dell’energia è in calendario per l’11 e 12 ottobre) prevede:

1. La spinta all’espansione dell’approvvigionamento energetico: il governo promuoverà le energie rinnovabili, svilupperà terminali di gas naturale liquefatto, lavorerà con paesi che potrebbero avere nuovi giacimenti di gas e spingerà l’espansione degli investimenti paneuropei in infrastrutture di gasdotti compatibili con l’idrogeno.

2. Il tetto al prezzo dell’elettricità sarà applicato ai consumatori e alle imprese, con i consumi di base sovvenzionati per i consumatori e le piccole e medie imprese, e i consumi aggiuntivi fatturati in base ai prezzi di mercato correnti. Non sono state fornite cifre esatte.

3. Il tetto al prezzo del gas: la misura sarà temporanea e andrà a beneficio delle famiglie e delle imprese, portando i prezzi a livelli più gestibili. L’allestimento esatto del prezzo massimo e le sue linee guida saranno determinati dopo i risultati di una commissione di esperti prevista a metà ottobre.

4. La riattivazione del fondo di stabilizzazione economica: il governo finanzierà il massimale del prezzo del gas, la liquidità e le sovvenzioni necessarie per il freno del prezzo dell’elettricità attraverso il Fondo di stabilizzazione economica (Fse). Il Fse è stato originariamente introdotto nel 2020 per salvare la compagnia aerea Lufthansa durante la pandemia.

5. La tassazione degli extra-profitti: il governo inciderà sui guadagni a breve termine realizzati da alcune aziende energetiche durante la crisi. Le aziende che stanno lottando a causa delle conseguenze della guerra in Ucraina e non sono sufficientemente aiutate dai freni dei prezzi del gas e dell’energia possono ricevere aiuti governativi.

6. Nessuna tassa sul gas al consumo: il governo non applicherà la tassa sul gas che avrebbe dovuto entrare in vigore da ottobre. Al contrario, il governo attuerà soluzioni su misura per le principali aziende in difficoltà.

7. Riduzione dell’iva sul gas: il governo ridurrà l’imposta del valore aggiunto sul gas dal 19% al 7% fino alla primavera del 2024 e estenderà il taglio fiscale anche al teleriscaldamento.

“La Russia non sta solo combattendo una guerra militare in Ucraina, ma sta anche usando l’energia come arma», si legge nella dichiarazione ufficiale del Governo tedesco. «Nelle ultime settimane, la situazione si è deteriorata drammaticamente. Dall’inizio della guerra, il presidente Putin ha usato la fornitura di gas come arma politica ed economica contro il sostegno del mondo occidentale, in particolare dell’Europa. D’ora in poi, le forniture di gas dalla Russia non sono più prevedibili”.

“I prezzi dell’energia devono scendere, questa è la nostra ferma convinzione per la quale il governo federale farà di tutto”, ha continuato il cancelliere federale Olaf Scholz. “Questo provvedimento dovrebbe aiutare i pensionati, le famiglie, le imprese artigiane e l’industria a supportare il caro vita”. “Siamo in una guerra energetica”, ha aggiunto il ministro delle Finanze Lindner, riferendosi alle forniture di gas tagliate dalla Russia. “Con l’ombrello difensivo, la Germania sta ora mostrando il suo peso economico”. “Il rischio – ha concluso il ministro dell’Economia Habeck – è che la crisi energetica si trasformi in una crisi economica e in una crisi sociale”.

Si è riportato un sunto ampio del provvedimento tedesco contro il caro energia, il cui costo all’erario di Berlino sarà, almeno in questa prima fase di 200 miliardi di euro (a titolo di raffronto l’Italia ne ha sino ad ora impegnati 60), per dare un’idea che dopo la decisione di Berlino, è difficile progettare una strategia comune dei 27 ed ancor meno includere l’energia tra le “politiche comuni” dell’Unione europea (Ue) come lo era, all’inizio della costruzione comunitaria, per l’energia atomica a scopi civili (con l’istituzione dell’Euratom). Quindi, di fronte all’uso disinvolto dell’arma energetica da parte della Federazione Russo, ciascun Paese dell’Ue dovrà far da se, indebolendo la capacità complessiva di risposta.

Ma gli aspetti più gravi riguardano il medio e lungo periodo e i settori “non energetici”. Si potrà parlare di azioni, di strategie comuni in settori o aree che non fanno parte del ristretto gruppo di “politiche comuni” inserite formalmente tra gli acquis communautaires? Si potranno sanzionare Paesi che in certi campi non seguono valori europei per andare verso un’Unione sempre più stretta? Anche in quanto tali valori sanciti nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue del 7 dicembre 2000, adottata il 12 dicembre 2007 a Strasburgo, con lo stesso valore giuridico dei trattati, non è una Costituzione e non può farne le veci.

Si apre un vero e proprio vaso di Pandora.


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