La Commissione europea ha approvato quattro importanti progetti italiani sull’idrogeno che insieme ad altri due (su rinnovabili e idrogeno) approvati ad aprile stanno ridisegnando il profilo dell’industria energetica italiana. Per Ursula von der Leyen “l’idrogeno può essere una svolta. È fondamentale per diversificare le nostre fonti e aiutarci a ridurre la nostra dipendenza dal gas russo”
L’idrogeno italiano fa un ulteriore grande passo in avanti. La Commissione europea ha dato il via libera al secondo Important Projects of Common European Interest. L’IPCEI Hy2Use sostiene la ricerca e l’innovazione in campo energetico e la costruzione di infrastrutture nella catena dell’idrogeno. Si tratta di un progetto unico integrato, preparato e notificato congiuntamente a Bruxelles da tredici governi: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Spagna e Svezia.
Gli Stati membri forniranno fino a 5,2 miliardi di euro di finanziamenti pubblici che, nelle intenzioni della Commissione, dovrebbero sbloccare altri 7 miliardi di euro di investimenti privati. Del programma, come comunicato dalla Commissione, fanno parte 35 progetti che dovrebbero essere operativi tra il 2024 e il 2026. Questo permetterà la costruzione di infrastrutture legate all’idrogeno, in particolare elettrolizzatori e infrastrutture di trasporto, produzione, stoccaggio di idrogeno. Inoltre, permetterà lo sviluppo di tecnologie innovative e sostenibili per l’integrazione dell’idrogeno nei processi industriali, in particolare quelli più difficili da decarbonizzare, come acciaio, cemento e vetro, i cosiddetti “Hard to abate”.
“L’idrogeno può essere una svolta per l’Europa. È fondamentale per diversificare le nostre fonti energetiche e aiutarci a ridurre la nostra dipendenza dal gas russo.” ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha aggiunto: “Per questo stiamo creando una Banca dell’idrogeno e aumenteremo la nostra partecipazione finanziaria a importanti progetti di interesse comune europeo.
Sono quattro i progetti di aziende italiane presenti nell’ IPCEI Hy2Use: NextChem (del gruppo Maire Tecnimont); RINA – CSM (Centro Sviluppo Materiali); SardHy Green Hydrogen – realizzato dalla newco di Enel Green Power e Saras per la raffineria di Sarroch, in provincia di Cagliari; il South Italy Green Hydrogen realizzato da Eni-Enel per la decarbonizzazione delle raffinerie di Gela e Taranto.
Gli importanti risultati seguono quelli di altri due recenti successi italiani nel settore delle rinnovabili. Il primo, sempre in ambito idrogeno, ha visto approvare da parte della Commissione europea l’Innovation hub di Catania. Un programma di sviluppo di Enel da oltre 40 milioni di euro finalizzato alla realizzazione di un’infrastruttura di ricerca e sperimentazione senza eguali in Europa che ospiterà i progetti dei principali player europei che operano nella frontiera di questa rivoluzione tecnologica.
Il secondo, sempre di Enel (3Sun) e sempre a Catania riguarda la più grande facility europea per la produzione di pannelli fotovoltaici, che avuto il plauso della Commissaria europea Ursula von der Leyen come opera strategica per la politica energetica comunitaria. Si tratta, nello specifico, della produzione di tre gigawatt l’anno di pannelli di ultima generazione per un investimento complessivo di 600 milioni di euro. Un investimento che darà vita ad oltre 1.000 posti di lavoro. Questo progetto è stato presentato all’Innovation Fund della Commissione che tra 311 opere candidate lo ha classificato primo tra le sole sette selezionate, garantendo a 3Sun un grant di 120 milioni di euro, il più alto mai erogato.
Per la Gigafactory europea, 3Sun si è avvalsa dell’advisor OpenEconomics che ha supportato anche Enel, Eni e Sara per i progetti IPCEI Hy2Use nelle analisi di compliance con le regole sugli aiuti di stato, stima degli impatti socioeconomici e nella negoziazione ai tavoli con il Mise e la Commissione Europea.